23 agosto 2025
Aggiornato 07:30
Il futuro dell’ex Ferrari

Montezemolo come Cimoli, dai treni agli aerei

A Maranello un non facile passaggio dal doppio petto ai golfini a giro collo. Ma per l’ex pupillo dell’Avvocato Agnelli sembra già pronta una tolda di comando nello spazio aereo. E il pensiero non può andare a chi prima di lui è saltato dai binari alla «cloche».

MARANELLO - Le probabilità che Luca Cordero di Montezemolo dopo aver lasciato la Ferrari (suo malgrado) salga ai vertici di Alitalia sono molto alte. «E’ una possibilità», ha risposto Montezemolo, ancora con il cavallino rampante sul petto, ad un giornalista che gli chiedeva del suo futuro nella compagnia dove da poco sono sbarcati gli arabi di Abu Dhabi. «Con il Ceo di Ethiad ci sentiremo nei prossimi giorni», ha poi aggiunto, confermando l’esistenza di trattative avanzate.
Insomma su questo passaggio ci sono abbastanza indizi per fare una prova.

Guidare un treno o un aereo non è la stessa cosa
Ed è per questo che l’accostamento a Giancarlo Cimoli, prima presidente delle Ferrovie dello Stato e poi dell’Alitalia rimessa in piedi da Berlusconi (con i soldi delle banche e dei contribuenti) non è del tutto azzardato.
Naturalmente nessuno augura al neo ex presidente della Ferrari lo stesso destino industriale di Cimoli. Inoltre le analogie fra questi due manager non riguardano certo la «rossa», ma i treni.
Montezemolo infatti è uno degli azionisti principali di«Italo», il treno ad alta velocità che non sta dando i risultati sperati, anzi si parla della necessità di rimpinguare il capitale in pesante sofferenza per le perdite degli ultimi due anni; dell’uscita di alcuni soci fondatori e dell’ingresso di nuovi investitori i quali,però, al momento sembrano far parte più del mondo dei desideri che di quello delle realtà concretamente realizzabili.

La vicenda Cimoli
Ove l’approdo di Montezemolo in Alitalia si verificasse nei fatti, come ai tempi del passaggio di Cimoli dai treni agli aerei, si porrebbe inevitabile la domanda: ma per quali misteriose ragioni ad un manager che ha diretto (direttamente o indirettamente) una grande azienda ferroviaria vengono attribuite le capacità di dirigere una grande compagnia aerea? L’esperienza, e i fallimenti a catena dell’ Alitalia, hanno ampiamente dimostrato che oggi fare profitti nel settore del trasporto aereo (perlomeno in Italia) dovendo affrontare una concorrenza feroce, cambiamenti geopolitici che possono incombere improvvisamente sull’utenza, regole locali e sindacali che spesso fanno a pugni con quelle vigenti nel resto del mondo, non solo è difficile, ma quasi impossibile.
Come andò a finire con Giancarlo Cimoli è noto: a guadagnarci fu solo lui, poiché gli riuscì di accaparrarsi una seconda liquidazione milionaria dopo quella che immeritatamente aveva portato a casa dalle ferrovie pubbliche.

A Montezemolo non è bastato il fatturato
Ora con Montezemolo questa questione non si pone, esce da un gruppo privato come privato sarà l’ammontare della sua liquidazione. Dalla Ferrari, va detto, esce inoltre tutt’altro che sconfitto, a parte questi ultimi anni di Formula Uno. La casa di Maranello nel 2013 ha fatto registrare un utile netto di 246 milioni a fronte di un fatturato di 2,3 miliardi di euro in aumento del 5 per cento e ordini al di sopra delle possibilità produttive dell’azienda. Il marchio non ha risentito minimamente delle battute d’arresto in pista e secondo più di un sondaggio internazionale l’ azienda di Maranello risulta fra le prime tre al mondo dove i giovani sotto qualsiasi latitudine sognano di lavorare. Quindi parlarne male è veramente difficile e non si può non riconoscere che alla determinazione di questi meriti ha contribuito in modo determinante Montezemolo che ne è alla guida da 23 anni. Senza dimenticare che come direttivo sportivo ha conquistato 18 titoli mondiali e 118 vittorie nei gran premi.
Tutto questo, come abbiamo visto, non gli ha salvato la testa, immolata ai progetti americani di Sergio Marchionne che anche lui, con la Formula Uno, si è preso il non facile impegno di dover vincere a tutti i costi, altrimenti che fa? Fa fagotto, visto che per il ribaltone ha sostenuto che la pista conta più del fatturato?

Si affaccia un conflitto di interessi
In poche ore tutto questo, però, è entrato a far parte del passato. Mentre è d’attualità che un eventuale approdo di Montezemolo al vertice di Alitalia porrebbe anche un concretissimo caso di conflitto di interessi. L’ex presidente della Ferrari, è infatti uno dei maggiori azionisti di un treno ad alta velocità. Cioè di un mezzo di trasporto che con il suo successo (dovuto soprattutto a Trenitalia) ha costretto a terra già una volta ogni velleità di ripresa dell’Alitalia che puntava soprattutto sui successi, poi sfumati, della tratta Roma-Milano.
Con l’arrivo degli arabi di Ethiad cambieranno anche i progetti di riscatto dell’Alitalia, ma tutti gli interrogativi sulle caratteristiche che dovrà avere il suo prossimo leader restano, indipendentemente dal blasone di chi è si guadagnato i titoli nobiliari in tutt’altro campo di azione.