25 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Indagine congiunturale di Unioncamere

I saldi non rilanciano le piccole imprese del commercio, meglio tra i grandi

In stallo il quadro dei servizi, dove attese positive e negative finiscono per annullarsi, con l'unica eccezione del turismo (+13 punti il bilancio tra ottimisti e pessimisti).

MILANO - La battuta d'arresto subìta tra aprile e giugno dalle imprese manifatturiere porta in terreno negativo le previsioni per il trimestre estivo. A segnalare l'orizzonte più fosco, ancora una volta, le piccole imprese con meno di 50 dipendenti, per le quali l'attesa di una riduzione della produzione e del fatturato nel periodo luglio-settembre prevale di 16 punti percentuali rispetto a chi, invece, intravvede una crescita di entrambe gli indicatori. E' quanto ha evidenziato l'indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere, del commercio e dei servizi, realizzata dal Centro studi di Unioncamere.

Meno pesante (rispettivamente -5,2 punti per la produzione e -3,5 per il fatturato) il bilancio delle aspettative per le imprese con oltre 50 dipendenti. I saldi estivi non restituiscono ottimismo alle piccole imprese commerciali (che denunciano un saldo negativo anche in questo caso di 16 punti, con riferimento all'evoluzione delle vendite), mentre per le imprese con oltre 20 dipendenti il quadro si capovolge, evidenziando un saldo positivo delle attese pari a 12 punti.

In stallo, infine, il quadro dei servizi, dove attese positive e negative finiscono per annullarsi, con l'unica eccezione del turismo (+13 punti il bilancio tra ottimisti e pessimisti).

Nel dettaglio per quanto riguarda le imprese manifatturiere, ha rilevato Unioncamere, è pari rispettivamente a -11 e -10 punti percentuali il saldo tra attese di aumento e di diminuzione della produzione e del fatturato delle imprese manifatturiere per il terzo trimestre. A incidere in maniera negativa sono però le previsioni delle imprese minori (-16 il saldo di produzione e fatturato), mentre tra quelle di taglia più grande previsioni di aumento e di diminuzione sono molto meno distanti, pur con la prevalenza delle seconde.

Tra i settori, solo l'alimentare segnala attese positive (+5 il saldo per il fatturato e +3 per la produzione), mentre precedute dal segno meno sono le previsioni di tutti gli altri settori, più pesanti per quelle delle industrie del legno e del mobile (-24 il fatturato, -22 la produzione), del sistema moda (rispettivamente, -14 e -16) e delle Altre industrie (rispettivamente, -21 e -19).

Considerando il consuntivo del secondo trimestre, la produzione e fatturato dell'industria manifatturiera hanno registrato una sostanziale stabilità (rispettivamente, +0,2 e +0,3%): il segno positivo è dovuto unicamente alle imprese con oltre 50 dipendenti che chiudono il periodo con incrementi dell'1,1% della produzione e dell'1,4% del fatturato.

Per quanto riguarda invece le imprese del commercio al dettaglio, ha rilevato Unioncamere, l'arrivo della stagione dei saldi non pare accompagnato da una previsione di recupero delle performance delle imprese commerciali. Ammonta infatti a -8 il saldo tra attese di crescita e di diminuzione delle vendite, con una netta spaccatura tuttavia tra dimensioni d'impresa (negative quelle delle imprese minori, con un saldo pari a -16 punti percentuali, positive quelle delle attività con oltre 20 dipendenti, il cui saldo è pari a +12 punti percentuali) e tra settori (precedute dal segno meno le previsioni del commercio al dettaglio di prodotti alimentari e di quello di prodotti non alimentari, pari a +19 punti percentuali, invece, il saldo tra attese di crescita e di diminuzione degli Ipermercati, supermercati e grandi magazzini).

Infine, minima la ventata d'ottimismo delle imprese dei servizi per i mesi estivi: è pari a +1 punto percentuale la differenza tra attese di crescita e di diminuzione del volume d'affari, grazie essenzialmente alle buone aspettative delle imprese turistiche (+13) e, in misura minore, di quelle dei servizi alle persone (+6).