27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Governo Renzi

Padoan: «Il fisco tenga conto dei cittadini in difficoltà»

Lo ha detto il ministro dell'Economia, Piercarlo Padoan, in occasione della cerimonia per il 240esimo anniversario della fondazione della Guardia di Finanza: «L'evasione crea effetti economici negativi molto rilevanti»

ROMA - E' necessaria «una distribuzione più equa del fisco, tenendo conto dei cittadini in difficoltà». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Piercarlo Padoan, in occasione della cerimonia per il 240esimo anniversario della fondazione della Guardia di Finanza.
Il titolare di via XX Settembre ha sottolineato che «un fisco equamente distribuito consentirà ai cittadini di affrontare meglio la fase che stiamo vivendo». Secondo Padoan, la strada verso un fisco più equo è stata intrapresa «con la delega fiscale di cui il governo ha approvato ieri i primi decreti attuativi».

SEMPLICITÀ E TRASPARENZA - «L'onere del prelievo - ha sottolineato il ministro - deve essere distribuito in modo più equo. Si deve tenere conto delle esigenze dei contribuenti onesti in difficoltà».
Il ministro ha quindi affermato che il governo ritiene «cruciale» procedere a un riordino complessivo del sistema tributario nazionale e parallelamente «è necessario finalizzare il lavoro di analisi e classificazione delle diverse forme di evasione».
Secondo Padoan l'obiettivo è anche quello di giungere a «misure volte a migliorare il rapporto Fisco-contribuente, rendendolo più semplice e trasparente e una maggiore efficienza dell'organizzazione statale». Elementi che costituiscono «le linee strategiche dell'azione dell'amministrazione finanziaria».
«L'amministrazione finanziaria e i contribuenti - ha concluso il ministro - devono essere attori di un percorso comune, fondato sulla condivisione di valori quali la legalità, l'equità e il rispetto delle regole. Un Fisco equamente distribuito consentirà ai cittadini di affrontare meglio il delicato snodo che stiamo vivendo».

EVASIONE ED ELUSIONE - L'evasione produce «effetti economici negativi molto rilevanti».
L'evasione, ha spiegato, «determina effetti distorsivi sull'allocazione delle risorse e interferisce con il normale funzionamento della concorrenza nel mercato; accresce l'onere fiscale per i contribuenti onesti; esaspera le disuguaglianze; è legata in modo simbiotico alla corruzione e alla criminalità organizzata».
«Diverso ma non meno temibile - ha proseguito Padoan - è il fenomeno dell'elusione fiscale, cui è stata dedicata negli ultimi anni attenzione crescente da parte dei governi e delle istituzioni internazionali». L'erosione delle basi imponibili, ha detto il ministro, «mina la sovranità impositiva degli Stati, mette a repentaglio la corretta competizione tra imprese, discriminando quelle che rispettano le norme fiscali».
Secondo il titolare dell'Economia «molto spesso gli strumenti usati per compiere reati» come quelli fiscali, il riciclaggio di denaro e la corruzione «sono transnazionali» e «sfruttano la permissività di alcuni ordinamenti, investono tanto i Paesi industrializzati che quelli in via di sviluppo».