Conegliano Valdobbiadene adotta il protocollo viticolo
Presentato mercoledì 23 aprile, presso la Camera di Commercio di Treviso, il Protocollo Viticolo 2014 del Conegliano Valdobbiadene. Regole più rigide e strumenti per il monitoraggio dell’evolversi delle malattie, così la viticoltura è sempre più green.
TREVISO - Garantire una viticoltura sempre più rispettosa dell’ambiente e di chi vi abita. E’ questa la finalità del Protocollo Viticolo, progetto promosso dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, che è stato presentato ieri in Camera di Commercio a Treviso. Il Protocollo consiste in un insieme di regole rivolte a tutti i produttori per limitare il più possibile l’uso di prodotti chimici in vigneto.
«Con questa iniziativa – afferma il presidente del Consorzio di Tutela, Innocente Nardi - presentiamo qualcosa che va oltre quanto permesso dalla legge italiana ed europea perché introduciamo delle norme ancora più restrittive in materia di prodotti fitosanitari, con l’obiettivo di rispondere a una maggiore sensibilità nei confronti dell’ambiente e della qualità della vita. Vogliamo inoltre darci dei tempi e fare in modo che nel giro di quattro o al massimo cinque anni la nostra Docg diventi una denominazione d’avanguardia, simbolo dell’eccellenza italiana e modello economico ed ambientale».
Il progetto è stato accolto con favore da tutti i soggetti del territorio, come dimostrato dalla partecipazione in conferenza stampa dei rappresentanti delle associazioni categoria, in primis Confagricoltura, CIA, alcuni comuni dell’area e Ulss 7.
LE NOVITÀ DEL PROTOCOLLO VITICOLO - Con l’edizione 2014 del Protocollo Viticolo vengono così messi definitivamente al bando i prodotti fitosanitari di classe molto tossico, tossico e quelli nocivi a maggiore tossicità, compresi quelli a base di Mancozeb e Folpet.
La linea restrittiva è stata applicata anche su altri composti di fascia rossa, con un ulteriore ristringimento delle possibilità di applicazione.
Già dal 2013 il Protocollo Viticolo dà anche l’indicazione dell’intervallo di sicurezza, ovvero dei giorni che devono intercorrere fra l’ultimo intervento con il prodotto specifico e la raccolta delle uve, e della fascia di rispetto o «buffer zone» che consente all’utilizzatore di capire i confini e le pertinenze da osservare durante l’intervento fitosanitario per non disperdere il prodotto nelle aree circostanti. L’obiettivo è quello di avviare una lotta ragionata contro tutte le avversità della vite, dalla peronospora all’oidio nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute di chi vi abita. Esso è il risultato di un lavoro di squadra svolto dalla Commissione di Protocollo insieme con la filiera dei produttori e rivenditori di prodotti fitosanitari della zona.
Il documento sarà completato quest’anno anche con le schede agronomiche sulla gestione del suolo, sul diserbo e non diserbo, sulla gestione della chioma, sulla potatura e la carica di gemme e sulla concimazione minerale della vite. Tutte attività che, se ben condotte, possono garantire lo sviluppo di una viticoltura sostenibile.
Dopo le riunioni informative svolte nei comuni della Docg, il Consorzio di Tutela ha inviato una newsletter ai produttori e organizzato una consegna porta a porta facendo del Protocollo Viticolo l’inserto del suo magazine che verrà distribuito presso tutti i soci viticoltori in 5.000 copie.