Landini: «La CGIL è autoritaria»
Il leader della FIOM: «Non ci sono le condizioni per una conclusione unitaria del congresso nazionale della Cgil dal 6 all'8 maggio»
RIMINI - Al momento ci sono troppi temi aperti e troppe diversità con i metalmeccanici, perciò non ci sono le condizioni per una conclusione unitaria del congresso nazionale della Cgil dal 6 all'8 maggio. E' la constatazione del segretario della Fiom, Maurizio Landini, che concluderà oggi i lavori del congresso delle tute blu a Rimini e verrà con ogni probabilità rieletto alla guida della categoria.
POSIZIONI DIVERSE - «Allo stato attuale ci sono posizioni diverse - ha detto Landini che è arrivato al Centro congressi di Rimini assieme al segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso -. L'accordo sulla rappresentanza i metalmeccanici l'hanno bocciato, hanno votato più di 300 mila persone e l'86% ha detto che non va bene».
Dopo il voto dei lavoratori «coerentemente andremo nelle fabbriche per fare in modo che si migliori» il testo. «Questo oggettivamente è un elemento di diversità con la Cgil - ha aggiunto il segretario Fiom -, abbiamo denunciato una crisi della democrazia della Cgil, una gestione del congresso sbagliato, il non rispetto dei regolamenti sulla gestione delle platee congressuali» e «per questi temi aperti, oggi le condizioni per una conclusione unitaria del congresso non ci sono».
TENDENZA AUTORITARIA - «Noi siamo parte della Cgil le mie proposte sono per rinnovarla perché noi la vediamo in crisi, perché ci sono tanti non iscritti, perché rischiamo di non essere un riferimento per i precari e c'è un aumento di una tendenza autoritaria e poco democratica, si prendono decisioni senza coinvolgere i lavoratori».
Secondo il segretario della Fiom «c'è una crisi democratica che va affrontata per rendere più forte la Cgil. Noi non abbiamo nessuna idea di spaccare o dividere la Cgil, noi vogliamo renderla più forte. La nostra è una battaglia politica trasparente all'interno del sindacato per fare più forte la Cgil».