2 maggio 2024
Aggiornato 00:30
Energia

Ucraina: il rubinetto del gas russo in Europa

Il 35% del metano consumato nel Vecchio Continente viene da Mosca e passa per Kiev: ecco perché una crisi prolungata fra i due Paese avrà severe conseguenze economiche

KIEV - Al centro della crisi in Ucraina c'è il gas. Il 35 per cento del metano usato in Europa viene dalla Russia e passa proprio per Kiev, quindi il conflitto tra Mosca e Ucraina potrebbe avere ripercussioni devastanti.

Ad essere a rischio è tutto lo scenario economico internazionale, come spiega Claudia Kemfert, analista economica tedesca, specializzata in politiche energetiche. «L'Europa dipende dalle forniture di gas dalla Russia, da cui importiamo anche petrolio e carbone. D'altro canto, anche la Russia dipende dall'Europa dato che molti dei suoi introiti sono legati a quelle forniture. Se si fermano, le conseguenze sarebbero drammatiche anche per l'economia russa».

Nel caso di un blocco del gas per un lungo periodo l'Europa andrebbe in crisi. Esistono riserve sufficienti sul mercato internazionale, ma i prezzi aumenterebbero e il rimpiazzo diverrebbe sempre più difficile e oneroso. «La crisi, sottolinea la Kemfert, dimostra la necessità di diversificare l'approvvigionamento. Dovremo affidarci di più alle fonti rinnovabili. Il gas resterà importante ma possiamo produrlo anche da soli, con il biogas».

Nei giorni scorsi, i mercati azionari internazionali erano crollati a causa dei timori di un conflitto tra Russia e Ucraina, concentrando gli investimenti su beni rifugio come l'oro e i titoli tedeschi mentre i prezzi del greggio si erano impennati su tutti i listini. Anche la Borsa di Mosca era precipitata con il rublo che toccava minimi storici sul dollaro e l'euro, forzando l'intervento della Banca centrale. Forse è su questo scenario che bisogna valutare l'improvvisa decisione del presidente russo Vladimir Putin di ordinare lo stop alle esercitazioni militari a ridosso dell'Ucraina che si è subito accompagnato al rimbalzo degli indici della Borsa di Mosca mentre il rublo ha riguadagnato su euro e dollaro.

Come dicono i francesi, l'economia è «le nerf de la guerre», il sistema nervoso della guerra. Anche in Russia.