30 aprile 2024
Aggiornato 13:00
La crisi italiana

L’Italia un po’ Oscar, un po’ toppe al sedere

Nella notte la vittoria a Hollywood. Al mattino i dati dell'Istat: debito pubblico record al 132,6. Pil giù dell'1,9, ai livelli del 2000. Consumi, secondo il Codacons, scesi di 21,6 miliardi in un solo anno

Vale la pena di parlare di made in Italy partendo dagli Oscar. Naturalmente niente è più made in Italy del film di Sorrentino, ma nella notte delle stelle gli italiani hanno vinto anche l’Oscar dell’eleganza. Sul red carpet di Los Angeles hanno infatti sfilato le firme più luminose della nostra moda, dall’elegantissima Cate Blanchett, miglior attrice, che ha indossato un abito di Armani, a Lupita Nyong’o fasciata in un Prada scollatissimo ad Anne Hathaway vestita Gucci, a Olivia Wilde in un lungo targato Valentino.

Non abbiamo fatto in tempo a inorgoglirci per questo risultato sul palcoscenico più ammirato del mondo che dalle pagine di Repubblica oggi risalta un’altra notizia da Oscar del made in Italy: Giorgetto Giugiaro il più grande disegnatore di macchine che sia apparso nell’industria automobilistica dei cinque continenti è tornato a lavorare insieme ad un altro mostro del disign italiano, e cioè Valter De Silva.
Tanto per capirci Giorgetto Giugiaro è l’autore di auto come l’Audi 80, della Panda, della Punto, ha fatto la fortuna dei giapponesi disegnando la prima Lexus della Toyota e dei tedeschi disegnando la prima Golf della Volkswagen. De Silva ha messo la firma sulle magnifiche Alfa 156 e 147.

Purtroppo le belle notizie finiscono qui. Perché poi non possiamo non precisare che Giugiaro e De Silva sono tornati insieme perché la Volkwagen si è comprata l’ «Italdesign», l’azienda di Giugiaro, e De Silva già lavora dal 2009 con i tedeschi, per i quali ha firmato tutte le Golf, dalla numero 4 alla numero 7, contribuendo non poco a fare di questa auto l’automobile più venduta al mondo.

E poi nella notte, è vero, abbiamo vinto l’Oscar a Hollywood, ma questa mattina ci siamo svegliati con l’Istat che ci informa che il nostro debito pubblico è salito ancora e ha raggiunto il 132,6 per cento. Che il Pil è andato giù dell'1,9 per cento, ai livelli del 2000. Che i consumi, secondo il Codacons, in un solo anno, il 2013, sono diminuiti di 21,6 miliardi di euro.

Quindi, che dobbiamo fare? Ripiombare nella depressione? Nemmeno per sogno, possiamo stare sereni: come al solito ci viene in soccorso il genio italico. State a sentire.

Un gruppo Facebook che si autodefinisce «Canton Marittimo», nato in occasione delle prossime elezioni del parlamento sardo, chiede che l’isola venga venduta alla Svizzera, della quale potrebbe diventare il 27° cantone, in cambio dell’abbattimento del nostro debito pubblico.

Secondo questo gruppo, che in poche ore ha attirato 3mila aderenti, in questo modo la Svizzera avrebbe uno sbocco al mare e i sardi avrebbero lavoro per tutti e decollo economico.

C’è solo da aggiungere un piccolo particolare: la Svizzera di questo progetto non è stata avvisata.

E’ il solito vizietto dei nostri geni di fare i conti senza l’oste.