19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Tasse

Befera: «Ogni anno evasi 130 miliardi»

Il direttore dell'Agenzia delle entrate: «Visto l'ordine di grandezza il rafforzamento della lotta contro la frode fiscale e l'evasione fiscale è non solo una questione di entrate, ma anche di equità sociale»

ROMA - Sull'evasione fiscale «nonostante l'impegno e i grandi passi avanti fatti negli ultimi anni c'è ancora molta strada da fare». Lo ha affermato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, nel corso di un convegno sulla legalità fiscale italiana, riferendo che «l'ammontare delle tasse evase nel nostro Paese viene stimato dalla Corte dei Conti in circa 130 miliardi di euro nonostante gli sforzi compiuti dalla agenzie fiscali e dalla Guardia di Finanza negli ultimi anni».

QUESTIONE DI EQUITÀ - «Visto l'ordine di grandezza - ha aggiunto Befera - il rafforzamento della lotta contro la frode fiscale e l'evasione fiscale è non solo una questione di entrate, ma anche di equità sociale». Il fenomeno dell'economia sommersa «ha ricadute pesantissime sul sistema economico e sociale del Paese» che «generano iniquità e perpetuano aree di privilegio che non sono compatibili con un sistema civile e democratico», ha proseguito Befera, nel corso di un convegno sulla legalità fiscale in Italia.

I FURBETTI DELL'ISEE - Tali ricadute, ha spiegato, «si manifestano sia direttamente sul versante delle entrate erariali, oltre che falsando la normale e corretta concorrenza tra le imprese, sia indirettamente, sul versante delle prestazioni sociali. La mancata dichiarazione dei redditi conseguiti determina un accesso indebito a quelle prestazioni sociali, cui, in gran parte, si accede sulla base delle dichiarazioni Isee, generando iniquità e perpetuando aree di privilegio che non sono compatibili con un sistema civile e democratico». In questo periodo di crisi, ha osservato il direttore, «l'effetto redistributivo derivante dall'azione dello Stato è sempre più importante. La diseguaglianza, e qui parlo solo di quella reddituale, che sta sempre più accentuandosi, è la vera patologia della nostra epoca, minaccia il funzionamento della democrazia e il senso della coesione sociale. La perdita di gettito derivante dall'evasione limita fortemente la capacità di redistribuzione dello Stato».

EVASIONE INSOPPORTABILE - In Italia l'evasione fiscale ha raggiunto livelli troppo alti: «C'è bisogno di dire una parola forte e certa, di affermare che l'elusione e l'evasione fiscale non sono compatibili con la nostra economia e con nessun sistema veramente democratico», ha continuato il direttore dell'Agenzia delle entrate: «Nessuna economia nella nuova fase di competizione globale e dovendo fare i conti con l'attuale fase recessiva - ha sottolineato - può sopportare livelli di evasione come quelli registrati in Italia».

MINACCIA A DEMOCRAZIA - Secondo Befera, inoltre, «l'evasione costituisce una forte distorsione della concorrenza e induce anche una non corretta allocazione delle risorse, rappresentando pertanto un vincolo allo sviluppo del sistema economico. La diseguaglianza reddituale, che sta sempre più accentuandosi, è la vera patologia della nostra epoca, minaccia il funzionamento della democrazia e il senso della coesione sociale».