In Italia i segnali di ripresa «sono debolissimi e non si possono cogliere con un ottimismo particolare»
Il presidente degli industriali Squinzi: «Colgo tanta disperazione in giro per il Paese. Abbiamo bisogno di un paese normale senza vincoli burocratici, con costi dell'energia più adeguati e con tempi confrontabili con quelli europei. Per il momento non abbiamo ancora risolto nessuno dei problemi che abbiamo»
NAPOLI - I segnali di ripresa nel nostro Paese «sono debolissimi e non si possono cogliere con un ottimismo particolare». Questo il grido d'allarme lanciato dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenendo a Napoli ad un convegno organizzato dagli industriali partenopei. «Colgo tanta disperazione in giro per il Paese», ha aggiunto il numero uno di Confindustria sottolineando come restino ancora irrisolti numerosi problemi: come il credito, i mancati pagamenti della Pubblica amministrazione, la non competitività del costo del lavoro e i costi dell'energia. «Non ne abbiamo risolto ancora nessuno», ha sottolineato.
SERVE UN PAESE NORMALE - Squinzi ha ribadito che occorre portare a casa delle riforme che permettano la ripartenza dell'Italia: «Dobbiamo veramente mettere mano alle riforme che consentano di far ripartire la crescita. Dobbiamo ripartire dalle riforme. Abbiamo bisogno di un paese normale senza vincoli burocratici, con costi dell'energia più adeguati e con tempi confrontabili con quelli europei. Per il momento non abbiamo ancora risolto nessuno dei problemi che abbiamo. Noi imprenditori - ha detto Squinzi - abbiamo un grande ruolo da recitare, ma abbiamo bisogno alle spalle di un Paese normale».
SPERIAMO STABILITÀ GOVERNO - La stabilità politica è «fondamentale per un governo di medio-lungo termine, ma non possiamo concedere apertura di credito in bianco», secondo il presidente di Confindustria. Ribadendo che per far innalzare nuovamente i consumi e far ripartire il Paese occorrono riforme, il leader degli industriali, riferendosi alla scissione del Popolo della libertà (Pdl) e all'esito delle primarie del Partito democratico (Pd), ha aggiunto: «Auguriamoci che da tutti questi cambiamenti venga stabilità per l'azione del governo. Se una maggioranza chiara dà stabilità, chiaro che questo va nella direzione giusta, poi però bisogna dare seguito con azioni concrete e con dei risultati che permettano al Paese di ritrovare la crescita».
FAR RIPARTIRE CONSUMI - Quanto al crollo verificatosi ad ottobre dei prestiti facendo registrare un minimo storico rappresenta «un segnale preciso del disagio che c'è nel Paese. Le famiglie e le aziende non investono più, Quindi non ne hanno bisogno. Non mi sembra che, a questo punto, si possa dire questo perché le banche confermano che hanno liquidità e non hanno domanda per l'utilizzo di questa liquidità. È un problema generale di far ripartire il paese e - ha concluso - far ripartire i consumi».
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