Cassazione, Mediaset: «Presunta evasione su 0,1% del pagato. In 10 anni versati 6,5 miliardi»
La società: «Sempre operato in totale legalità e trasparenza». Primo grado, Appello e Cassazione, «escludono l'esistenza di prova di retrocessione di denaro da parte di Agrama a noi o nostri azionisti». Da Berlusconi «nessuna interferenza»
MILANO - Anche Mediaset ha diffuso una nota a commento delle motivazioni della sentenza della Cassazione sul processo dei diritti tv. La società ha ribadito di aver operato sempre «in totale legalità e trasparenza», di aver versato in 10 anni oltre 6,5 miliardi di tasse e che «il presunto risparmio oggetto della condanna ammonterebbe a circa lo 0,1 per cento del totale pagato». Infine sul Cavaliere: «Nessuna interferenza vi è stata da parte di Silvio Berlusconi sull'operato degli organi sociali».
Mediaset «ha sempre operato in totale legalità e trasparenza in un settore cruciale della sua attività, quale l'approvvigionamento di contenuti televisivi», inizia la nota.
«La correttezza e la buona fede di Mediaset - hanno proseguito da via Paleopaca - sono dimostrate dal fatto che i vertici della società davanti all'opportunità di eliminare ogni rischio penale (anche per l'azionista di maggioranza) attraverso un condono fiscale tombale, hanno deciso di non perseguire questa possibilità».
CONDANNA SU 0,1% - Mediaset, è spiegato nella nota, negli ultimi dieci anni ha versato allo Stato italiano circa 6,5 miliardi di euro. «Palese la sproporzione rispetto a una presunta evasione, oggetto della condanna, pari a soli 7,3 milioni: il presunto risparmio ammonterebbe a circa lo 0,1 per cento del totale pagato».
La società ha quindi analizzato lo svolgimento del processo ritenendo che sia stato rifiutato dagli organi giudiziari qualunque confronto sulla congruità dei prezzi pagati da Mediaset ai fornitori. «Congruità indubitabile e ben nota a chi conosce il mercato e le dinamiche competitive anche aspre che lo caratterizzano», hanno scritto dal 'Biscione'.
MANCA LA PROVA - Peraltro «il valore degli acquisti di prodotto fornito da Frank Agrama non supera l'8 per cento dei volumi complessivi di investimenti in contenuti di Mediaset. E tutte e tre le sentenze in merito, Primo grado, Appello e Cassazione, escludono l'esistenza di prova di retrocessione di denaro da parte di Agrama alla società o ai suoi azionisti. Questi ultimi, semmai, avrebbero dovuto essere identificati come parte lesa viste le somme pagate da Agrama ad alcuni dirigenti dell'Ufficio Acquisti Mediaset per garantirsi continuità di rapporto di fornitura».
RIMOSSO LE MELE MARCE - Tutti questi dirigenti hanno sottolineato da Mediaset: «Sono stati rimossi dai loro incarichi appena la società ha avuto evidenza di questa irregolarità. Dirigenti che, come è ben noto, da tempo non appartengono più all'organico aziendale».
NESSUNA INTERFERENZA DA BERLUSCONI - Infine, la nota si conclude con: «Nessuna interferenza vi è stata da parte di Silvio Berlusconi sull'operato degli organi sociali Mediaset che hanno sempre avuto cura di perseguire gli esclusivi interessi della società e di tutti i suoi azionisti».
- 15/04/2015 Berlusconi si gode «fine pena». E (a malincuore) affronta caos regionali
- 11/04/2014 Ok dalla Procura di Milano per l'affidamento in prova ai servizi sociali di Silvio Berlusconi
- 08/04/2014 Avvenire: Berlusconi assistente per anziani disabili
- 29/10/2013 «Berlusconi? Ideatore, organizzatore del sistema di frode e fruitore dei vantaggi relativi»