27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Fisco | Evasione fiscale

Londra, sulla graticola anche Marks & Spencer: usa trucchi antitasse

Guardian: «Vendite realizzate online tutte intestate in Irlanda». M&S per parte sua ha rivendicato di pagare regolarmente tutte le tasse che deve nel Regno Unito, e sostenuto che la scelta dell'Irlanda quale sede legale del portale internet sarebbe stata fatta perché il paese è il primo mercato estero

LONDRA - Anche la britannicissima Marks & Spencers rischia di finire sulla graticola a causa degli escamotage grazie ai quali minimizza le tasse. A tenere l'attenzione alta su questo capitolo è sempre il quotidiano The Guardian, che riporta documenti interni al gigante di beni di consumo, le cui attività spaziano dall'abbigliamento agli alimentari, ai prodotti per la casa, dell'abbigliamento da cui emerge che la maggior parte delle attività, che di fatto si volgono materialmente nel Regno, vengono però contabilizzate ai fini fiscali alla sede irlandese, dove le imposte societarie sono le più basse d'Europa: al 12,5 per cento.

E così, oltre alle vendite realizzate in Gran Bretagna, dai centri di smistamento Gb passano anche le commesse verso Francia, Germania e perfino la stessa Irlanda, sulla base di ordini dei clienti effettuati dal portale internet markandspencer.eu. Ma tutte queste operazioni vengono poi intestate alla Marks & Spencer (Ireland) Limited. Un trucco simile a quello utilizzato da vari multinazionali, ma che ora coinvolge un marchio domestico.

Si conferma anche in questo caso quel binomio «vendite via internet e mini tasse» che sta facendo infuriare i parlamentari britannici a livello bipartisan, coinvolgendo sia i conservatori al governo che i laburisti e portandoli a richiedere audizioni alle società interessate, e inasprimenti della linea da parte delle autorità fiscali. In realtà però il problema non riguarda solo la Gran Bretagna, ma buona parte del volume d'affari realizzato mediante vendite online in tutta Europa.

M&S per parte sua ha rivendicato di pagare regolarmente tutte le tasse che deve nel Regno Unito, e sostenuto che la scelta dell'Irlanda quale sede legale del portale internet sarebbe stata fatta perché il paese è il primo mercato estero.