Vino e amore insieme da sempre e per sempre
Come raccontano i proverbi popolari raccolti nel volume Buon Vino, favola lunga (Electa Editori Umbri) curato per la parte iconografica da Maria Grazia Marchetti Lungarotti, direttrice della Fondazione Giorgio Lungarotti
PERUGIA - In Umbria «Il vino è come l’amore, scalda la testa e ‘l core», in Toscana «Senza Cerere e Bacco, l’amor è debole e fiacco». In Friuli Venezia Giulia «Magnando e bivendo, l’amur va crisendo». In Lombardia «Né all’osteria né a letto si diventa mai vecchi» («Né l’ostaria né in lécc no se ven mai vécc») e in Sicilia «In taverna, vita eterna». Vino e amore insieme da sempre e per sempre, come raccontano i proverbi popolari raccolti nel volume Buon Vino, favola lunga (Electa Editori Umbri) curato per la parte iconografica da Maria Grazia Marchetti Lungarotti, direttrice della Fondazione Giorgio Lungarotti. «Si tratta – ha detto la direttrice - di una raccolta di diecimila proverbi che ci piace ricordare in occasione della festa di San Valentino, perché è fittissima la sezione dedicata al nettare di Bacco come eccellente alleato in corteggiamenti e incontri romantici». Ed è proprio per la ricorrenza del famoso Santo umbro che la Fondazione regalerà una bottiglia di rosso Rubesco (dal latino rubescere, arrossire) e un proverbio alle coppie di innamorati in visita al MUVIT-Museo del Vino di Torgiano (PG), che il New York Times ha definito come «il migliore in Italia». A tutti gli appassionati di arte, agli amanti del buon bere e a chi vuole festeggiare San Valentino innamorandosi dell’arte di-vina, il museo offre infatti un viaggio lungo cinquemila anni di storia per gustare il vino non solo nel bicchiere ma anche nella cultura e nella sua rappresentazione popolare con il tema dell’ amore.
Una visita particolare – quella per San Valentino organizzata dalla Fondazione - per riconoscere nei 3mila pezzi unici, tra reperti archeologici, collezioni di ceramiche, vetri, incisioni e raccolte etnografiche, quelli a peculiare tema vino e amore. Come le rinascimentali ‘Coppe amatorie’, realizzate su commissione e tradizionalmente donate in occasione del fidanzamento. Si tratta di coppe e boccali decorati con simboli amatori, realizzati «a inganno», che nascondono cioè un passaggio segreto di accesso al vino che permette ai due innamorati di bere insieme e contemporaneamente. E ancora, tra le maioliche esposte al MUVIT, le «Belle», boccali faentini che ritraggono il volto dell’amata e celebrano amore e fedeltà, o la coniglia, simbolo di fertilità, o ancora la lepre per la «caccia d’amore», antico simbolo amatorio. E poi un’alzata istoriata urbinate risalente al XVI secolo raffigurante Venere e Bacco; una fiaschetta amatoria del XVII-XVIII secolo della bottega abruzzese dei Gentili e un baccanale del 1959 autografato Pablo Picasso. Simboli d’amore all’interno di un percorso articolato e vario che racconta il vino non solo come prodotto della terra ma come collante sociale e fonte d’ispirazione artistica.
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