4 maggio 2024
Aggiornato 00:00
Politica monetaria | Crisi del debito

La «guerra dei cambi» preoccupa il G7

A pochi giorni del G20 delle Finanze a Mosca, le sette maggiori economie avanzate hanno preso posizione sul controverso tema dei cambi valutari, ribadendo i loro impegni congiunti su una questione che tuttavia nelle ultime settimane è stato al centro di crescenti nervosismi anche tra gli stessi Stati del G7

LONDRA - A pochi giorni del G20 delle Finanze a Mosca, le sette maggiori economie avanzate hanno preso posizione sul controverso tema dei cambi valutari, ribadendo i loro impegni congiunti su una questione che tuttavia nelle ultime settimane è stato al centro di crescenti nervosismi anche tra gli stessi Stati del G7. Con un comunicato straordinario Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Giappone, e Stati Uniti d'America hanno riaffermato il loro impegno a non perseguire un livello predeterminato dei cambi sulle rispettive monete, ripetendo anche la messa in guardia dall'eccessiva volatilità dei cambi, che danneggia l'economia.

In sé per sé la dichiarazione del G7, che era stata anticipata da ipotesi di stampa, sembra limitarsi a ribadire una sorta di «mantra» che da anni viene ripetuto su questo capitolo, al termine dei vertici internazionali. Questa presa di posizione è però significativa per la fase in cui avviene.

Nelle ultimissime settimane, infatti, si sono registrati crescenti nervosismi, specialmente nell'area euro, a seguito dei netti deprezzamenti di varie divise globali rispetto alla valuta unica. In particolare lo yen giapponese è calato a minimi pluriennali rispetto all'euro e al dollaro, mentre in vista di dell'imminente cambio di guida alla Banca del Giappone il nuovo governo conservatore ha esplicitamente auspicato manovre più aggressive della politica monetaria, che quindi implicano anche un ricorso più incisivo a svalutazioni volte a favorire le esportazioni.

Questo però ha portato a reazioni negative in Europa, in particolare del presidente francese Francois Hollande che ha chiesto che i governi dell'area uro si dotino di «una politica sui cambi». Una linea che ha creato attriti in seno alla stessa area euro, in particolare con la Germania tradizionalmente ostile a manovre che odorino di svalutazioni competitive.

«Noi, ministri e governatori (di banche centrali) del G7 riaffermiano la nostra determinazione di lungo corso affinché i tassi di cambi valutari siano determinati dai mercati - recita un comunicato diramato dal governo britannico - e a consultarci strettamente in merito alle azioni sui tassi di cambio».