18 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Spesi 350 euro in più per servizi pubblici locali

Tariffe: Confesercenti, dal 2007 8,4 miliardi di euro sottratti ai consumi

I costi sostenuti da un nucleo familiare medio per le tariffe sui rifiuti solidi urbani, l'acqua potabile, il trasporto locale, l'energia elettrica e il gas per uso domestico sono pari a circa il 7,4% del monte della spesa per consumi

ROMA - Le tariffe continuano la loro corsa all'aumento: secondo uno studio Confesercenti, dal 2007 al 2011 la spesa media mensile delle famiglie è rimasta sostanzialmente costante, ma il peso delle tariffe è cresciuto in quattro anni di uno 0,7%, e nei primi otto mesi del 2012 di un altro 0,7%. Nel complesso più di un punto percentuale della spesa dei nuclei familiari è stato assorbito dai rincari delle tariffe sui servizi pubblici locali dall'inizio della crisi economica. Si tratta di circa 8,4 miliardi in gran parte sottratti ai consumi.

Ad oggi i costi sostenuti da un nucleo familiare medio per le tariffe sui rifiuti solidi urbani, l'acqua potabile, il trasporto locale, l'energia elettrica e il gas per uso domestico, sono pari a circa il 7,4% del monte della spesa per consumi. Il gas naturale pesa il 40%, l'energia elettrica il 27%, la raccolta rifiuti e il servizio idrico raggiungono ciascuno l'11-12% e un ultimo 10% è rappresentato dal costo del trasporto pubblico locale.

Dal 2007 al 2011 le tariffe sui servizi pubblici locali sono crescite in media del 18% a fronte di un aumento dei prezzi al consumo del 10%. Nel dettaglio delle singole voci, l'unica tariffa a tenersi più bassa dell'inflazione media nel quinquennio è quella dell'energia elettrica (+2,9), l'acqua potabile è invece quella che registra lo scostamento più ampio (+33%).

La spirale di aumenti ha portato a una sostanziale crescita del peso delle tariffe sulla spesa sostenuta dalle famiglie. Così, se nel 2007 un nucleo medio spendeva in un anno circa 1.486 euro per i cinque servizi pubblici locali più rilevanti nel 2012 arriva a spenderne 1.840, ossia 350 euro in più.

Per invertire la tendenza, propone Confesercenti, «occorre fermare questa spirale: serve un piano energia di forte impatto, visto che è proprio questo capitolo quello che pesa di più problemi sull'economia. Ma regioni ed enti locali devono mettere ordine nell'intollerabile giungla di società municipalizzate e soprattutto mettere un argine ad ogni spreco e clientelismo di cui sono piene le cronache di questi tempi».

Dal 2007 al 2011 le tariffe sui servizi pubblici locali sono crescite in media del 18% a fronte di un aumento dei prezzi al consumo del 10%. Nel dettaglio delle singole voci, l'unica tariffa a tenersi più bassa dell'inflazione media nel quinquennio è quella dell'energia elettrica (+2,9), l'acqua potabile è invece quella che registra lo scostamento più ampio (+33%).

La spirale di aumenti ha portato a una sostanziale crescita del peso delle tariffe sulla spesa sostenuta dalle famiglie. Così, se nel 2007 un nucleo medio spendeva in un anno circa 1.486 euro per i cinque servizi pubblici locali più rilevanti nel 2012 arriva a spenderne 1.840, ossia 350 euro in più.

I rincari che hanno caratterizzato questi primi otto mesi del 2012 sottolineano come le tariffe locali continuino a rivelarsi un comparto particolarmente caldo. A sostenerne la crescita in questo periodo, sono soprattutto l'energia elettrica e il gas, le cui tariffe sono collegate alle quotazioni petrolifere, mentre negli scorsi anni le tariffe sui rifiuti e quella sul servizio idrico avevano avuto tassi di incremento vicini al 10%. Se gli aumenti restassero mediamente quelli registrati fino al mese di agosto si arriva a stimare dal 2007 al 2012 una crescita cumulata delle tariffe del 27% contro una dinamica dei prezzi al consumo del 13%.

Nel dettaglio, il maggior costo di 350 euro in più per famiglia dal 2007 al 2012, è così ripartito: 33 euro in più per i rifiuti, 54 euro per l'acqua potabile, 35 euro per i trasporti locali, 66 euro per l'energia elettrica e 165 euro per il gas per domestico. Gli aumenti disposti per il mese di ottobre su energia elettrica e gas comporteranno un ulteriore esborso annuo per le famiglie di circa 15 euro.

Ciò che avviene sul territorio nazionale presenta però una forte divergenza. Per il servizio idrico integrato il confronto mostra un livello medio di spesa più contenuto al Nord, ma con il più ampio rapporto tra valore minimo e massimo (1 a 7), seguito dal Sud e Isole e infine dal Centro. Prendendo i casi estremi una famiglia di 3 componenti con analogo consumo di 160 mc/anno potrebbe spendere circa 75 euro o 486 euro a seconda di dove si trova. Le città più economiche per queste tre aree di riferimento sono Milano Catania e Roma quelle più costose Ferrara Enna e Pisa

Anche per la spesa sui rifiuti solidi urbani (di una famiglia di tre componenti in 108 mq) il Nord si colloca al disotto del Centro e del Sud e Isole. A seconda di dove si risiede a parità di altre condizioni si possono spendere 120 euro oppure 535 euro. Le città più economiche sono Brescia Matera e Viterbo quelle più care Asti Napoli e Carrara.

La spesa media per la fornitura di gas naturale di una famiglia tipo in Italia (rilevata su 18 comuni capoluogo) ammonta a 1.077 euro. Anche qui si osservano condizioni particolarmente sfavorevoli per Roma Viterbo (dove l'esborso è di 1.180 euro) Catanzaro e Reggio Calabria a fronte di forniture più economiche per Potenza (993 euro) Milano (poco superiore 1.000 euro), l'Aquila o Venezia.

Infine, anche i corrispettivi pagati da una famiglia per il trasposto pubblico locale variano tra macro aree geografiche e all'interno della stessa area. Un titolo di viaggio a tempo può passare da un minimo di 70 centesimi nel Sud di Italia a un massimo di 1,50 euro a Roma o Milano Il biglietto più caro al Nord si paga a Milano e Bolzano al centro a Roma e Perugia al Sud a Palermo e Messina Un abbonamento mensile da un minimo di 13 euro al Nord arriva a un massimo di 55 euro al Centro Genova Perugia e Caltanissetta le città dove abbonarsi è più caro.

Passando alle agevolazioni, un abbonamento mensile per gli studenti mediamente prevede uno sconto del 30%, tuttavia in alcune zone del Nord si può avere solo un 5% o arrivare a ottenere l'80%; al Centro lo sconto sull'abbonamento ordinario è compreso tra 8% e il 56%; nel Meridione alcuni studenti non hanno nessuna agevolazione altri possono arrivare al 76%. Anche gli anziani possono passare al Nord e al Sud da un'esenzione totale a pagare una tariffe ordinaria.