20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
L'Ilva chiede una proroga

Taranto, bloccato l'arrivo delle polveri ai parchi minerari

I carabinieri del Noe, su indicazione dei custodi giudiziari degli impianti di Ilva sequestrati il 26 luglio scorso, hanno notificato un provvedimento con cui si specifica che nell'area dei parchi minerari (75 ettari) non si possono continuare a scaricare le polveri minerali necessarie per la produzione degli altoforni

TARANTO - I carabinieri del Noe, su indicazione dei custodi giudiziari degli impianti di Ilva sequestrati il 26 luglio scorso, hanno notificato un provvedimento con cui si specifica che nell'area dei parchi minerari (75 ettari) non si possono continuare a scaricare le polveri minerali necessarie per la produzione degli altoforni. Le navi che portano il minerale all'Ilva potranno attraccare ma non scaricare sui nastri trasportatori le polveri ferrose. Il provvedimento, già vagliato sabato scorso nel corso dell'incontro in procura col pool di magistrati che indaga sul disastro ambientale, è una precauzione indicata dai custodi giudiziari per evitare il continuo «spolverio» dei minerali sui quartieri cittadini che si trovano a ridosso dello stabilimento ed abbassare i cumuli di polveri stoccati nell'area. L'azienda ha annunciato che chiederà una proroga per dilazionare l'esecutività del provvedimento e permettere almeno lo scarico delle navi in rada e delle commesse già inviate per impedire alle navi di tornare indietro cariche.

SE SI FERMANO GLI ALTOFORNI, SI FERMA TUTTO - Secondo fonti sindacali, col carbone e le altre polveri minerali attualmente stoccate nell'area parchi, Ilva ha un'autonomia fra i 15 ed i 30 giorni. «Se si fermano gli altoforni, si ferma tutto il resto. Basta bloccare un solo anello per spezzare la catena» dichiara il segretario della Uilm di Taranto, Antonio Talò.
Proprio ieri l'Ilva aveva annunciato di aver adottato la bagnatura dei parchi minerari h24 per evitare lo spargimento di polveri sulla città. «Una misura inutile ed anche pericolosa» - ha commentato il procuratore della Repubblica Franco Sebastio - «le sentenze del passato ci dicono che bagnare le polveri è pericoloso: l'acqua sui cumuli di minerali filtra nel terreno sottostante e in assenza di un sistema di scolo convogliato e impermeabile, provoca ulteriore inquinamento. Così si aggiunge un'altra ipotesi di reato».

DAL GOVERNO IMPEGNO FORTE PER TARANTO - In apertura dei lavori del Consiglio dei ministri conclusosi a tarda a sera a palazzo Chigi, il Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini hanno illustrato la situazione dell'Ilva di Taranto Lo ha riferito il Comunicato finale sulla riunione del Governo.