Genova, controlli GdF scontrini-ricevute: irregolarità del 78%
Il piano di controllo ha riguardato anche l'abusivismo commerciale in forma ambulante: i controlli in materia di commercio abusivo e sui traffici di materiale contraffatto, hanno portato al sequestro di 72.066 prodotti con marchio d'impresa falsificato. Imprenditore dell'aretino «costretto» a non pagare Iva: assolto da Gip
GENOVA - In provincia di Genova controlli della Guardia di Finanza per verificare l'emissione di scontrini e ricevute fiscali: tra il 27 e il 28 luglio sono stati controllati complessivamente 340 esercizi, rilevando in 267 casi la mancata emissione del documento, scontrino o ricevuta fiscale, certificativo dei corrispettivi incassati, con una percentuale di irregolarità del 78%. Sono stati scoperti inoltre, con riguardo a 14 datori di lavoro, 17 lavoratori in nero, tra i quali 10 italiani e 7 stranieri, di cui 6 extracomunitari.
Il piano di controllo ha riguardato anche l'abusivismo commerciale in forma ambulante: i controlli in materia di commercio abusivo e sui traffici di materiale contraffatto, hanno portato al sequestro di 72.066 prodotti con marchio d'impresa falsificato, con la denuncia di 8 cittadini extracomunitari, nonché 25.721 articoli di bigiotteria, non conformi agli 'standard' di sicurezza stabiliti dalla normativa comunitaria e quindi potenzialmente pericolosi per la salute. I sequestri di merce falsificata sono avvenuti nella città di Genova e nell'area del Tigullio ed hanno riguardato, in particolare, calzature, borse, occhiali ed articoli di pelletteria di vario tipo.
Nei controlli sono state impiegate 57 pattuglie, con la partecipazione di 120 militari della GdF.
Imprenditore «costretto» a non pagare l'IVA: assolto dal Gip - Il tribunale di Firenze ha assolto con formula piena un imprenditore edile sessantenne, originario dell'Aretino, processato per l'omissione del versamento dell'Iva nel 2007, pari a 150 mila euro. L'uomo, secondo quanto riporta oggi 'La Nazione', è stato giudicato non colpevole perché ha dimostrato di essersi trovato costretto all'omissione a causa delle difficoltà economiche in cui versava la sua azienda che ha sede nel Valdarno fiorentino, e per non aver ricevuto il pagamento di una commessa da 800 mila euro.
E' stato lo stesso pubblico ministero a chiedere l'assoluzione dell'imprenditore sessantenne per la mancanza dell'elemento soggettivo del reato: non c'erano la volontà e la coscienza di omettere il versamento dell'Iva. Inizialmente, a carico dell'imprenditore era stato emesso un decreto penale di condanna per 7500 euro: l'omesso versamento era pacifico e pertanto la sanzione era stata già definita.
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