26 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Scandali vaticani | Il caso Ior

Avvenire: Lo Ior è ancora utile

Lettera al giornale della CEI: Chiuderlo. La risposta del Direttore Marco Tarquinio: Nella Chiesa si lavora per rendere vane troppe parole cattive. Il Mondo: Complotto masso-pluto-giudaico, Gotti fa i nomi dei «congiurati». Ma i Legali smentiscono

ROMA - L'ipotesi di chiudere lo Ior approda sulle colonne di Avvenire, il quotidiano della Cei. E' un lettore, Roberto Zambiasi, che nella rubrica delle lettere scrive: «Mi chiedo se non valga la pena mettere in liquidazione lo Ior e appoggiarsi totalmente a una banca italiana o straniera operativa a Roma, per gestire le entrate benefiche della Santa Sede e la loro destinazione. Non se ne può più di attacchi al Papa o ai suoi collaboratori causati dalla gestione dello Ior!».

Nella Chiesa si lavora per rendere vane troppe parole cattive - «Certo, anche a mio avviso, ci sono nella storia dello Ior pagine da approfondire e, purtroppo, pagine da rimpiangere con amarezza», risponde il direttore Marco Tarquinio. «Ma soprattutto ci sono tante opere buone e giuste che attraverso lo Ior (Istituto per le Opere di Religione, che non è una 'banca' come la intendiamo normalmente) sono state e vengono ancora realizzate». Eppure, «tra piccoli e grandi errori e qualche colpa (e sottovalutazione) in casa cattolica, tra molti interessi, malizie e autentiche malignità altrui e tra una confusionaria e stomachevole canea di presunte rivelazioni». Ma lo Ior «è uno strumento utile e - ancor più - prezioso solo se serve bene il bene che il Papa fa ai cristiani e all'umanità intera. Lei pone un dubbio: oggi è tale? Io me lo sono già posto, e mi sono risposto che lo Ior può ancora essere utile e prezioso. Perché ritengo che possa essere messo al di sopra di ogni ragionevole sospetto. Uso questa formula perché so anche che alle illazioni e ai pregiudizi non si porrà mai rimedio... Credo, insomma, di pensarla proprio come lei e come tantissimi altri: 'Non se ne può più di attacchi al Papa o ai suoi collaboratori per la gestione dello Ior'. Mi conforta, perciò, pensare - conclude Tarquinio - che nella Chiesa si sta lavorando per rendere vane troppe parole cattive, certe cattive operazioni e le solite indegne aggressioni». Tarquinio nei giorni scorsi aveva espresso stima per l'ex presidente Ettore Gotti Tedeschi.

Il Mondo: Complotto masso-pluto-giudaico, Gotti fa i nomi dei «congiurati» - Un complotto masso-pluto-giudaico. È quanto sarebbe alle origini del licenziamento di Ettore Gotti Tedeschi dallo Ior, secondo quanto avrebbe scritto lo stesso banchiere in una missiva al cardinal Bertone, acquisita agli atti dell'inchiesta, e come ricostruisce il settimanale Il Mondo sul suo sito.
Nella lettera, oltre a sfogarsi, Gotti indicherebbe i nomi di alcuni congiurati. Per esempio, rivela Il Mondo, il notaio torinese Antonio Maria Marocco, l'avvocato americano Jeffrey Lena, che ancora oggi si occupa dell'accreditamento della banca vaticana nella 'white list' europea. E un giovane avvocato dello studio Grande Stevens di Torino Michele Briamonte che, ricorda Il Mondo, ha proseguito nella tradizionale assistenza legale prestata da quello studio al Vaticano, e che Gotti considera vicino alla lobby ebraica perché tra i fondatori della Camera di commercio Italo-israeliana (della quale fanno parte anche molti personaggi pubblici italiani).

Legale Gotti: Mai parlato di complotto masso-pluto-giudaico - «Si smentisce categoricamente che il professor Ettore Gotti Tedeschi possa aver mai dichiarato o anche solo pensato che all'origine della propria estromissione dallo Ior vi sia stato un complotto masso-pluto-giudaico. Affermazioni di questo tipo sono totalmente estranee alla storia e alla persona del professor Ettore Gotti Tedeschi». Lo ha dichiarato il legale dell'ex presidente dello Ior, Fabio Palazzo, in merito a quanto ricostruito dal settimanale «Il Mondo».
«Attribuire tale pensiero al professor Ettore Gotti Tedeschi, che ha sempre avuto stima e mantenuto ottimi rapporti con la comunità ebraica, appare fuori da ogni logica - ha aggiunto - nonché gravemente lesivo della sua immagine. Per tale ragione si sta valutando anche l'opportunità di adire le vie legali. Si smentisce inoltre che esista una lettera inviata al cardinale Bertone nella quale si attribuirebbe alle tre persone di cui si fa menzione nell'articolo del 'Mondo' la regia di tale complotto. Si smentisce, infine, che sia mai accaduto il fatto raccontato nell'articolo del 'Mondo'».