Argentina, Repsol aveva cercato di vendere quota YPF ai cinesi
Prima che Buenos Aires nazionalizzasse la maggioranza del capitale. La questione ha innescato attriti tra Argentina e Spagna, mentre Repsol, che controllava un 57 per cento di YPF, ha anunciato la volontà di far ricorso ad un arbitrato internazionale
MADRID - Il gigante petrolifero spagnolo Repsol aveva cercato di vendere la sua partecipazione di controllo sull'argentina YPF ad un colosso cinese, prima che Buenos Aires «entrasse a gamba tesa» sulla questione nazionalizzando una quota di capitale mettendo la maggioranza sotto il controllo pubblico. Lo riporta oggi in apertura il Financial Times citano fonti vicine alle trattative.
Si inaspriscono i rapporti Buenos Aires-Madrid - Sono sempre più tesi i rapporti tra Spagna e Argentina dopo l'annuncio di Buenos Aires del piano per espropriare il 51% di YPF, principale compagnia petrolifera del paese, controllata dalla spagnola Repsol. Come riporta il quotidiano spagnolo El Pais, l'Argentina ha avvertito che non intende pagare per YPF il prezzo richiesto dal Repsol.
La compagnia spagnola chiede almeno otto miliardi di euro come indennizzo per l'espropriazione, ma il governo argentino non è disposto a versare questa cifra. Il viceministro dell'Economia, Axel Kicillof, ha detto ieri che l'Argentina non pagherà il prezzo fissato da Repsol, e rivedrà «le cifre sul valore reale della compagnia». Kicillof ha detto anche che Repsol nascondeva «informazioni segrete» sui suoi conti.
La vicenda sembra dunque complicarsi, e le tensioni tra Buenos Aires e Madrid rischiano di acuirsi ulteriormente. Sempre ieri, parlando al World Economic Forum dell'America Latina, a Puerto Vallarta, in Messico, il premier spagnolo Mariano Rajoy ha avvertito che il passo del governo argentino rappresenta «un grave precedente per tutto l'insieme delle relazioni commerciali in una economia globalizzata». L'espropriazione parziale di YPF, ha dichiarato Rajoy, «rompe la buona intesa che sempre ha presieduto alle relazioni tra i due paesi».
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