Petrolio, tensioni sull'Iran spingono i prezzi ai massimi da 8 mesi
Quotazioni del greggio oramai oltre i 121 dollari al barile. La situazione resta tesa anche sul versante iraniano, con Teheran che sta cercando di vendere a India e Cina altri 500.000 barili di greggio al giorno, pari a circa il 23% delle sue esportazioni annuali
TEHERAN - Le crescenti tensioni sull'Iran stanno spingendo i prezzi del petrolio sempre più in alto, ai massimi da 8 mesi. Le quotazioni del greggio hanno superato i 121 dollari all'indomani dell'annuncio di Teheran che ha deciso di tagliare le vendite petrolifere alle compagnie britanniche e francesi. Se l'annuncio è stato largamente simbolico dal momento che entrambi i Paesi hanno da tempo cessato di acquistare tali forniture dall'Iran, il riflesso sulle quotazioni non è mancato, con il petrolio di qualità Brent che ha registrato un rialzo dell'1,3% rispetto alla chiusura di venerdì per toccare quota 121,15 dollari, un livello che non veniva toccato da giugno.
La situazione resta tesa anche sul versante iraniano, con Teheran che sta cercando di vendere a India e Cina altri 500.000 barili di greggio al giorno, pari a circa il 23% delle sue esportazioni annuali, a fronte delle crescenti difficoltà economiche causate dalle sanzioni imposte dall'Occidente. E' quanto hanno rivelato al Financial Times due dirigenti di industria, sottolineando le difficoltà incontrate dall'Iran «a trovare un nuovo acquirente».
Teheran dovrebbe avviare la consegna del greggio ai primi di aprile; se non riuscirà a trovare un acquirente entro metà marzo, sottolinea il quotidiano della City, sarà costretta a riporre i barili invenduti in superpetroliere o a ridurre la produzione e in entrambe i casi il prezzo del greggio potrebbe aumentare.
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