24 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Tariffe | Energia elettrica

Energia elettica, la tariffa bioraria conviene nel mercato libero

Con l’offerta bioraria del mercato libero si può risparmiare in media il 23,86% in bolletta, ma i consumatori non sono ancora abituati a ripartire il proprio consumo nella fascia H2 dalle 19 alle 8 e nei fine settimana

ROMA - La tariffa bioraria è entrata nelle case dei consumatori italiani due anni fa, imponendo, a tutti i fruitori della nuova tipologia di tariffazione ripartita tra la fascia di consumo giornaliera e quella serale e dei week end, un diverso utilizzo dell’elettricità in casa. Grazie ad un’indagine effettuata tra oltre 280 mila consumatori, che hanno utilizzato il comparatore per l’energia di SosTariffe, è stato possibile valutare se questi cambiamenti sono effettivamente avvenuti.

Nel marcato di maggior tutela, fino alla fine del 2011, è stata prevista una differenza di prezzo tra le fasce di consumo di massimo del 10%. Questo limite da gennaio 2012 scompare aumentando ulteriormente il divario tra la fascia giornaliera e quella serale.

Secondo l’indagine di SosTariffe, condotta tra agosto 2011 e gennaio 2012, dopo 18 mesi dall’introduzione della tariffazione bioraria da parte dell’Autorità dell’Energia Elettrica e del Gas, sono pochi gli italiani che hanno spostato i consumi oltre il 66% nella fascia H2 (quella notturna e dei fine settimana) soglia oltre la quale la tariffazione bioraria inizia ad esser conveniente.

Prendendo infatti in considerazione le diverse esigenze di ogni consumatore, la media degli utenti oggetti dell’indagine, ha indicato una ripartizione annua media dei consumi per il 53,99% in fascia H1, quella giornaliera, e per il 46,03% in fascia H2. Dunque in alcuni casi si è ben lontani dall’accettare una radicale modifica dei propri comportamenti nonostante la tariffazione bioraria sia diventata obbligatoria per tutti quegli italiani che non sono passati al mercato libero, ed hanno un contatore in grado di effettuare la lettura per la nuova ripartizione dell’energia. Si parla ancora della maggioranza degli utenti dato che in quattro anni le persone a passare al mercato libero sono circa il 20% del totale dei fruitori del servizio elettrico.

In ogni caso la scelta di passare al mercato libero rimane quella più conveniente per i consumatori. Questo perché andando ad effettuare una stima con le principali tariffe del mercato non vincolato si può calcolare che spostando i propri consumi in fascia H2 con la tariffazione bioraria si può risparmiare in media il 23,83 % (con punte però di oltre il 60% per alcune tariffe) contro il 10,68% della tariffa di maggior tutela bioraria.

Andando a fare esempi pratici una famiglia composta da 5 persone (una coppia con tre figli che vanno a scuola) con un consumo medio annuo di 4300 KwH  e con una ripartizione dei consumi dell’80% in fascia serale e nei fine settimana con la tariffa bioraria attualmente più conveniente sul mercato libero spenderebbe circa 853,53 euro contro i 929,76 per la tariffazione bioraria della maggior tutela.

Una famiglia di tre persone con un componente sempre presente in casa avrebbe un consumo annuo di circa 3000 KWh e una ripartizione di circa il 70% dei consumi nella fascia più vantaggiosa. In questo caso si spenderebbe circa 523 euro per la tariffa più conveniente nel mercato libero contro i 554 per la bioraria Aeeg.

Anche chi non può spostare i propri consumi e sfruttare i vantaggi della bioraria, può evitare sovrapprezzi ed aderire ad una delle offerte monorarie ancora sottoscrivibili con il mercato libero

Usando una tariffa monoraria in fascia H1 del mercato libero, infatti, si può decurtare il prezzo dell’energia di circa il 24,82% rispetto alla tariffa bioraria applicata nella medesima fascia. Nel mercato di maggior tutela, invece, questo risparmio si ferma al 7,66%.

Facendo un calcolo, infine, sull’uso dei principali elettrodomestici si può stimare che una famiglia media con la tariffazione bioraria può risparmiare circa 430 euro all’anno se ne concentrasse l’uso in fascia H2.SosTariffe ha anche chiesto ai propri utenti, tramite un sondaggio sul sito, se ritenessero conveniente la tariffazione bioraria conveniente per le proprie tasche. Finora oltre il 70% ha risposto in maniera negativa.

«Risparmiare con un’offerta bioraria è possibile – afferma Giuliano Messina, Amministratore delegato di SosTariffe - ma attenzione a non fare in modo che questo cambiamento si traduca in un sovrapprezzo: è bene verificare che sia possibile sfruttare in maniera vantaggiosa la differenza di prezzo tra le due fasce orarie. In ogni caso, con il passaggio al mercato libero è possibile aumentare il risparmio ottenibile da una bioraria o, in alternativa, passare ad un’offerta monoraria più adatta alle proprie esigenze di consumo».