19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Decreto legge sulle semplificazioni

Semplificazioni, Calderoli: Napolitano usa due pesi e due misure

Il leghista attacca il Capo dello Stato: «Con Berlusconi norme non urgenti, ma oggi che le firma Monti... Nel decreto mancano le parti più rilevanti per la crescita, quelle più invise ai poteri forti e d'altra parte non potrebbe che essere così in un regime di fascismo bianco

ROMA - Sulle norme del dl semplificazioni il leghista Roberto Calderoli attacca il capo dello Stato, accusandolo di usare «due pesi e due misure»: «Buona parte dei contenuti del decreto legge di ieri sulle semplificazioni sono gli stessi, o quanto meno una loro variante, del decreto legge per la crescita predisposto dal sottoscritto, da Roberto Castelli, Paolo Romani, Renato Brunetta ecc ecc, che mai ha visto la luce - sostiene - a causa dell'indisponibilità del presidente Giorgio Napolitano a firmarlo. Un decreto che, probabilmente, avrebbe consentito la ripresa del Paese e impedito gli attacchi speculativi e l'impennata dello spread».

Con Berlusconi norme non urgenti, ma oggi che le firma Monti... - Prosegue l'ex ministro della Semplificazione: Il Consiglio dei Ministri che lo stava esaminando - informato che il decreto avrebbe dovuto essere trasformato in emendamento alla legge di stabilità, perdendo così per strada la maggior parte dei contenuti - fu sospeso dal presidente Silvio Berlusconi, proprio per un ulteriore estremo tentativo di convincere il Colle che invece si dichiarò irremovibile all'ipotesi della decretazione d'urgenza. Adesso scopriamo che quelle norme rifiutate ieri dal Colle, perché prive dei requisiti di necessità e di urgenza, sono diventate oggi necessarie e urgenti semplicemente perché la firma sul decreto legge è quella di Mario Monti e non più di Silvio Berlusconi».
Due pesi e due misure, caro presidente Napolitano, che mi amareggiano e che fanno vacillare - dice ancora Calderoli - la stima che avevo per lei. Rilevo poi che, curiosamente, nel decreto mancano le parti più rilevanti per la crescita, ovvero le parti che erano più invise ai poteri forti e d'altra parte non potrebbe che essere così in un regime di fascismo bianco, dove i media celebrano l'abrogazione di 300 leggi e dimenticano le 425.000 norme bruciate nel 2010 dal sottoscritto».