Petrolio, l'Arabia Sudita vuole stabilizzare i prezzi a 100 dollari
Intervista-chiave al Ministro del Petrolio saudita Ali Naimi alla CNN: è il nostro desiderio. Attualmente produciamo tra i 9,4 e i 9,8 milioni di barili al giorno mentre "abbiamo una capacità di produzione di 12,5 barili al giorno
RIYADH - L'Arabia Saudita intende stabilizzare i prezzi del petrolio a circa 100 dollari al barile: è la prima volta che il regno mediorientale fissa un obiettivo a tre cifre, che si colloca su di un livello superiore del 25% ai 75 dollari suggeriti nel 2008 da Re Abdullah. A dare questo segnale-chiave è stato il ministro del Petrolio saudita, Ali Naimi, che in un'intervista alla rete televisiva Cnn ha affermato che il suo paese può rapidamente compensare le esportazioni di greggio dall'Iran in caso di sanzioni petrolifere occidentali contro la Repubblica islamica, sospettata di volersi dotare dell'arma nucleare.
«Il nostro desiderio e speranza - ha detto il potente ministro saudita - è che possiamo stabilizzare questo prezzo del petrolio e mantenerlo a un livello attorno ai 100 dollari» nella media del barile di greggio. «Attualmente produciamo tra i 9,4 e i 9,8 milioni di barili al giorno» mentre «abbiamo una capacità di produzione di 12,5 barili al giorno», ha precisato il ministro saudita. «In pochi giorni possiamo facilmente raggiungere una produzione fino a 11,4 barili al giorno».
I rischi iraniani - Il ministro Naimi ha aggiunto che se l'Iran dovesse bloccare, come rappresaglia all'eventuale embargo, lo stretto di Hormuz, questo passaggio strategico all'ingresso del Golfo non resterebbe comunque chiuso a lungo.
Per convincere l'Iran a rinunciare al suo programma nucleare, l'Unione europea dovrebbe ratificare il prossimo 23 gennaio un provvedimento di embargo sul petrolio iraniano, da attivare nel giro di sei mesi.
L'Iran, secondo produttore dell'Opec, produce 3,5 milioni di barili di greggio al giorno, che rappresentano l'80% delgli incassi dall'estero. Circa il 18% delle esportazioni iraniane è diretto verso l'UE, in particolare Italia (180.000 barili/giorno), Spagna (160.000) e Grecia (100.000).
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