L'economia asiatica ha la capacità di rispondere a nuove crisi
Ulteriori peggioramenti Europa avrebbero «significativi» effetti. Malgrado la prevalente incertezza globale, l'Asia fino a ora ha dimostrato di essere molto resistente. Ha mantenuto una forte domanda interna, bassa disoccupazione, e industrie che lavorano quasi al massimo grado di utilizzazione
NEW YORK - La forte dipendenza dell'Asia dal commercio internazionale renderà il 2012 un anno difficile per l'economia del continente che, comunque, ha spazio per rispondere «aggressivamente» a un eventuale ulteriore aggravamento della crisi del debito dell'eurozona. E' il giudizio del Fondo monetario internazionale che in un'analisi pubblicata sul suo blog rileva che «malgrado la prevalente incertezza globale, l'Asia fino a ora ha dimostrato di essere molto resistente. Ha mantenuto una forte domanda interna, bassa disoccupazione, e industrie che lavorano quasi al massimo grado di utilizzazione. E mentre la crescita del credito è rallentata dal 'torrido' ritmo dell'inizio del 2011, resta comunque robusta nella maggior parte delle economie dell'area».
Se i rischi sui mercati europei dovessero materializzarsi, puntualizzano comunque gli economisti del dipartimento asiatico del Fmi, le autorità asiatiche hanno lo spazio per reagire aggressivamente. Con «ampi spazi» per le politiche nella regione e la possibilità di ritardare in modo appropriato il consolidamento dei conti pubblici se la domanda estera dovesse crollare. Ma secondo il Fondo nell'arsenale dei Paesi asiatici, se dovessero rendersi necessari, ci sono anche molte misure non convenzionali come quelle che permisero di superare la crisi del 2008. Con il fattore tranquillizzante di ampi ammontari di riserve in valuta già accumulati e che potrebbero essere utilizzati per smorzare l'impatto della crisi sulle attività economiche.
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