23 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Cambiano i tempi, cambiano gli stili di vita

Il futuro è bianco!

E’ tempo di vini bianchi di qualità, in Italia e all’Estero. Se ne è parlato a Gorizia grazie ad un’iniziativa del Consorzio di Tutela Collio e Carso

GORIZIA - E’ tempo di rivincita dei vini bianchi italiani. A dimostrarlo è stato l’incontro «Opportunità e Minacce per i vini bianchi di eccellenza», organizzato a Gorizia dal Consorzio di Tutela Vini Collio e Carso con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia.
L’incontro, moderato dal giornalista del Sole 24 Ore Giorgio Dell’Orefice, si è aperto con la panoramica della viticoltura italiana da parte di Antonio Calò, Presidente dell’Accademia della Vite e del Vino. La parola è passata poi all’ospite speciale, il temutissimo Antonio Galloni, The Wine Advocate by Robert Parker, ritenuto il guru del vino nel mondo anglosassone. Da sempre più attento ai vini rossi, negli ultimi anni The Wine Advocate ha dimostrato una crescente apertura per i vini bianchi. I motivi? Il consumatore, che rappresenta il 20% della popolazione, ha cambiato profilo e oggi ne fanno parte le donne o i giovani tra i 20 e 30 anni, che già lavorano e hanno buona capacità di spesa. Il 95% del vino acquistato è destinato ad essere consumato la sera stessa e non conservato per lungo tempo in cantina. Nella scelta elemento centrale è oggi la capacità di abbinarsi al cibo e si cercano, quindi, vini più eleganti e meno alcolici e barricati. Se si aggiunge che negli Stati Uniti la ristorazione italiana è sempre più forte, per la nostra enologia vi sono ottime opportunità.
Buone notizie anche dal Regno Unito, come spiegato da Filip Cayman di Wine Intelligence, società specializzata in indagini di mercato del vino. I 28,3 milioni di consumatori per l’82% considerano il vino bianco parte delle sue scelte. Anche qui i giovani si rivelano un mercato obiettivo perché curiosi, sperimentatori, dotati di buon potere di acquisto e affascinati dall’Italia.

E se Stati Uniti e Regno Unito rappresentano mercati con una buona conoscenza, l’Asia ha ancora uno scenario in chiaroscuro, come spiegato da Michèle Shah. L’Italia è di moda ma i suoi vini sono ancora poco conosciuti, specialmente i bianchi, perché il nostro paese è visto come terra di rossi. Inoltre i produttori stessi devono superare i luoghi comuni. Oggi i consumatori locali, e non solo i businessmen stranieri, si stanno aprendo al vino ed è importante conoscere anche le capacità di abbinamento con la cucina dei singoli paesi, che può essere speziata o internazionale, elegante e raffinata. I produttori devono, dunque, iniziare a girare il mondo per capire cosa ci si aspetta da loro e, allo stesso tempo, promuovere la propria identità. Una necessità sottolineata anche dall’americano Paul Wagner di Balzac Consulting: il consumatore apre una bottiglia di vino per viaggiare con l’immaginazione, conoscere una storia. Non interessa sapere le analisi chimiche o quanto è stato affinato in legno ma chi ha pensato quel vino e da che territorio proviene.

«L’incontro è stato anzitutto una straordinaria opportunità per fare sistema tra gli attori del territorio. – afferma la presidente del Consorzio Patrizia Felluga. – Dagli interventi è emerso che il futuro è bianco. Lo stile a tavola, che privilegia una cucina sempre più leggera, l’alta percentuale di donne che comprano il vino, la ricerca di prodotti che si abbinino al cibo, la riscoperta degli autoctoni sono solo alcune delle motivazioni. Per noi il futuro è Collio Bianco, la nostra bandiera.»
La volontà di promuovere efficacemente nel mondo questa produzione ha portato il Consorzio di Tutela Collio e Carso a realizzare un piano di promozione triennale nei Paesi Terzi, che porterà ad un investimento di 3,4 milioni di euro.