Vino: Fedagri, la produzione 2011 cala del 13%
Orsi: «Colpa di una politica miope di sostegno alla non produzione, dalla vendemmia verde ai premi per espianti e abbandono dei vigneti»
ROMA - Scende per la prima volta sotto la soglia dei 41 milioni di ettolitri la produzione di vino italiana nel 2011, con un calo del 13% rispetto ai volumi dello scorso anno. Una riduzione produttiva riconducibile in parte a fattori meteorologici: l’eccessivo caldo e la siccità hanno provocato una resa di trasformazione più bassa della media in Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Sicilia, grandinate a macchia di leopardo hanno invece colpito alcune zone viticole della Lombardia e dell’Alto Adige.
Discorso a parte merita la Sicilia, che vede il suo potenziale produttivo ridursi quest’anno di un ulteriore 20% rispetto al 2010, in virtù del ricorso alle misure di estirpazione e alla vendemmia verde. «Non possiamo non ribadire a riguardo - commenta Adriano Orsi, Presidente del Settore Vitivinicolo di Fedagri Confcooperative – la nostra forte contrarietà ad una politica miope che continua a dare sostegno alla non produzione».
«Il calo quantitativo della vendemmia di quest’anno è preoccupante – prosegue Orsi – rischia di esporre tutto il settore a fenomeni di contraffazione già largamente diffuse per altri prodotti agroalimentari italiani e questo soprattutto in ambito internazionale, dove la domanda di vino italiano è in continua crescita».
«Temiamo inoltre che le nostre aziende possano veder minata la loro competitività – prosegue Orsi – a causa dei maggiori costi che dovranno fronteggiare. Il minor prodotto conferito dai soci provocherà infatti una maggiore incidenza dei costi di produzione sul confezionato. Se a ciò aggiungiamo anche gli aumenti sui costi di forniture (acquisti di materiale per il confezionamento, macchinari, manutenzioni, trasporti, servizi) derivanti dall’incremento dell’IVA al 21% e che sono stimabili in circa 11 milioni di euro l’anno, è evidente come, nonostante le cantine cooperative producano vini di grande qualità, non riusciranno ad arrivare sul mercato con dei prodotti competitivi anche nel prezzo».
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