20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Manovra economica

La bufala del debito ereditato dalla «Prima Repubblica»

Con le manovre economiche approvate, e quelle future da approvare, il conto viene presentato ai contribuenti addossando le colpe alla «Prima Repubblica», contando sulla scarsa memoria degli italiani

ROMA - Sentiamo ripetere che il debito pubblico che abbiamo è una eredita' della «Prima Repubblica», quella formata dal pentapartito (DC, PSI, PSDI, PRI, PLI).

Vediamo (le cifre sono arrotondate)
* A febbraio 1992 termina il periodo della «Prima Repubblica». Nel 1991 il rapporto debito/Pil era al 98%;
* Ad aprile 1992 si insedia il governo Amato-Ciampi. A fine 1992 il rapporto debito/Pil era al 105%;
* Nel 1993 (governo Amato-Ciampi), il rapporto debito/Pil sale al 116%;
* A maggio 1994 si insedia il primo governo Berlusconi. A fine 1994 il rapporto debito/Pil sale al 122%;
* Per tutto il '95 e meta del '96 si insedia il governo Dini. A fine 1995 il rapporto debito/Pil si attesta al 121%;
* Nel 1996 e fino a marzo 2001 arriva un governo di centrosinistra. La media del rapporto debito/Pil è di 115%;
* Dal 2001 al 2006 si insedia un governo di centrodestra a guida Berlusconi. La media del rapporto debito/Pil è di 106%;
* Nel 2006 e fino ai primi mesi del 2008 si insedia il governo Prodi. La media del rapporto debito/Pil, dal 2006 al 2007, è di 105%;
* Nel 2008 si insedia il governo Berlusconi. La media del rapporto debito/Pil, dal 2008 al 2010, è di 114%. Dal 2008 al 2009 il rapporto è salito da 106 a 116%. Nel 2011 siamo al 120%.

Una considerazione appare evidente: sono fandonie quelle che ci raccontano. Il rapporto debito/Pil non è un lascito della «Prima Repubblica», ma un prodotto della «Seconda Repubblica», in particolare dei governi Amato-Ciampi, detti tecnici, e di questi ultimi anni del governo Berlusconi e del suo ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Ora con le manovre economiche approvate, e quelle future da approvare, il conto viene presentato ai contribuenti addossando le colpe alla «Prima Repubblica», contando sulla scarsa memoria degli italiani.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc