Euro. Non conviene uscirne. Gli Stati Uniti d'Europa
ADUC: «Alcuni auspicano questa soluzione ma i danni, come detto, sarebbero pesanti»
ROMA - Secondo le definizioni l'Europa, cioè la Unione europea, era un gigante economico e un nano politico. Il nano è rimasto ma il gigante traballa e rischia di cadere con fragore. Si dice che sarebbe opportuno che la Grecia esca dall'euro e torni alla dracma. Dopo la Grecia toccherebbe all'Irlanda, al Portogallo, alla Spagna e all'Italia. Alcuni auspicano questa soluzione ma i danni, come detto, sarebbero pesanti. La svalutazione consequenziale delle monete nazionali rispetto all'euro determinerebbe una competizione che non converrebbe ai Paesi euro e indurrebbe forti perdite per le relative imprese e le banche. Per assurdo sono proprio i Paesi «forti» che subirebbero i maggiori danni. Stessi effetti si avrebbero se la Germania decidesse di uscire dall'euro, si avrebbe un forte apprezzamento del marco, minore competitività e banche in crisi per i titoli di stato in euro. Siamo, quindi, «obbligati» a rimanere nell'euro. Non possiamo, però, avere una moneta unica, gestita dalla banca Centrale Europea, per 17 Paesi e 17 politiche economiche e sociali. Servirebbe un Parlamento europeo che produca leggi e una Commissione europea che governi. Gli Stati Uniti d'Europa, appunto.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
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