3 ottobre 2025
Aggiornato 06:30
La manovra da oggi è in Gazzetta ufficiale

Manovra, l'Iva sale al 21%. Rincari per 100 euro a famiglia

Confesercenti: «La manovra peserà sulle famiglie per 33 dei 54 miliardi totali». Angeletti: «Il 28 ottobre sciopero degli statali». Intanto Tremonti l'ha presentata all'Eurogruppo

ROMA - La manovra è stata pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale e da domani scatterà l'aumento dell'Iva al 21%. L'Agenzia delle Entrate fornisce le prime indicazioni sull'applicazione della nuova aliquota e avvisa gli operatori economici che «dovranno essere in grado di applicarla già da domani».
«Qualora nella fase di prima applicazione - informa l'Agenzia - ragioni di ordine tecnico impediscano di adeguare in modo rapido i software per la fatturazione e i misuratori fiscali, gli operatori potranno regolarizzare le fatture eventualmente emesse e i corrispettivi annotati in modo non corretto effettuando la variazione in aumento (articolo 26, primo comma, del Dpr numero 633 del 1972). La regolarizzazione non comporterà alcuna sanzione se la maggiore imposta collegata all'aumento dell'aliquota verrà comunque versata nella liquidazione periodica in cui l'Iva è esigibile».
L'Agenzia delle Entrate comunica inoltre che in relazione ai riflessi operativi collegati all'aumento dell'Iva fornirà ulteriori chiarimenti con successivi documenti di prassi amministrativa.

«Con l'aumento dell'Iva rincari per 100 euro all'anno» - Scatta l'aumento dell'Iva di un punto percentuale e la spesa della famiglia italiana tipo subirà un incremento medio annuo di 92 euro. Oltre un terzo di questo aumento sarà riconducibile alle spese per il settore dei trasporti, ovvero all'aumento dei prezzi, in particolar modo, della benzina e del gasolio per autotrazione e dei biglietti dei bus e dei treni. Il gettito complessivo atteso con questo aumento dell'aliquota Iva dal 20 al 21% sarà di tutto rispetto: 700 milioni per l'anno in corso e, a partire dal 2012, oltre 4,2 mld di euro. I calcoli sono stati realizzati dalla Cgia di Mestre che ha analizzato gli effetti dell'aumento dell'Iva sulla spesa media annuale prendendo come riferimento la «famiglia tipo» composta da 3 persone.
Il passaggio dal 20% al 21% dell'aliquota Iva non inciderà sulla spesa dei beni di prima necessità, come gli alimentari e le bevande, la sanità, l'istruzione, l'abitazione ecc., tutti beni ai quali si applica l'Iva al 10% o al 4%, o non si applica affatto. Diverso, invece, il discorso per tutti quei beni non alimentari, ai quali, invece, si applicherà l'Iva al 21%: 92 saranno mediamente gli euro che le famiglie sborseranno in più all'anno. Di questi, 32 euro saranno in capo per la spesa dei trasporti (aumento carburanti, acquisto mezzi di trasporto, ticket per bus/treni e voli aerei, etc.); 18 euro per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici e per l'abbigliamento e le calzature; 12 euro verranno spesi in più per altri beni e servizi (effetti personali, servizi ai minori ed agli anziani, assicurazioni, cura della persona, etc.); 6 euro per la spesa per le comunicazioni (servizi postali, apparecchi telefonici, servizi di telefonia); 5 euro per i giochi, la cultura ed il tempo libero (articoli sportivi, cinema, teatro, pacchetti vacanze, etc.). In termini assoluti, l'incidenza attuale dell'Iva (di tutte e tre le aliquote) sulla spesa media annua è di oltre 2.800 euro su un totale di spesa di 27.857 euro: con il nuovo incremento si arriverà, quindi, ad una spesa annua media familiare di poco superiore ai 27.900 euro.

La manovra peserà sulle famiglie per 33 dei 54 miliardi totali - La manovra varata dal governo pesa per ben oltre la metà sulle famiglie italiane e deprimerà ulteriormente i consumi. Nel suo intervento introduttivo in occasione del Meeting 2011, il presidente di Confesercenti, Marco Venturi traccia un quadro della situazione allarmante e chiede che di «cambiare rotta e rendersi conto che, per reperire risorse, sono necessari tagli alla spesa poiché la pressione fiscale effettiva è alla soglia insostenibile del 54%.
«Sulla crescita economica - ha detto Venturi - i conti, dopo la approvazione della manovra, non tornano: dalle previsioni aggiornate Confesercenti-Ref risulta che le speranze di ripresa nel 2012 svaniscono con un Pil che crescerà solo dello 0,1% e con i consumi delle famiglie bloccati su una allarmante crescita zero rispetto al 2011 (dopo aver registrato nel 2010 l'1% e quest'anno solo lo 0,5%). La nostra stima è che gli interventi diretti e indiretti della manovra graveranno sulle famiglie per 33 miliardi dei 54 complessivi».
Secondo Venturi, «si deve prendere atto che l'unica via percorribile non è certo quella, impraticabile, del prelievo fiscale che avvelena i pozzi dello sviluppo colpendo fiducia, consumi ed investimenti, ma è quella di aggredire la spesa pubblica. Non solo per quantità intervento, ma soprattutto per qualità. Si ricorre come sempre alla leva fiscale, tanto che 36 miliardi della manovra sono basati sulle tasse, di cui 16 da meno agevolazioni». Per Confesercenti, ha ribadito Venturi, «alcune priorità che possono cominciare ad aprire spazi per recuperare risorse allo sviluppo sono i tagli nel numero dei parlamentari, membri di Governo, consiglieri, assessori; tagli draconiani nelle consulenze pubbliche; abolizione di tutte le province; interventi decisi su comunità montane e micro comuni; accorpamento di circoscrizioni e municipi; condividere servizi per aree vaste a partire da nettezza urbana e trasporti nonché dall'acquisto di beni e servizi».
Del resto, ha sottolineato, «se non si riparte dai tagli alla spesa quante manovre dovremo ancora fare? E' da brividi pensare che per far calare il debito pubblico dal 120% cui è arrivato al 90% occorrerebbero la bellezza di 450 miliardi di euro. E l'Italia, le famiglie, le imprese che fine farebbero? Noi - ha continuato - continueremo a batterci per indicare la necessità di tagli alla spesa: in tre anni con meno sprechi potremmo recuperare 20 miliardi ed altrettanti dalla cessione del 5% del patrimonio pubblico non utilizzato della Pubblica amministrazione. Se poi si aggiungono altri 11 miliardi con la riduzione del 10% delle partecipazioni pubbliche ancora in mano allo Stato si potrebbe contare su più di 50 miliardi di euro da mettere sul tavolo al posto di nuove tasse, ma a disposizione non solo della diminuzione del debito ma anche dello sviluppo. E molto altro - ha osservato - si potrebbe fare sulle liberalizzazioni dei settori come il gas, l'energia, il trasporto locale senza mettere le mani nelle tasche degli italiani per l'ennesima volta o senza mettere in campo interventi dimostrativi sul commercio, sulle edicole o sui taxi. Altre strade - ha constatato Venturi - non ci sono, visto che la nostra pressione fiscale effettiva è al 54%».

Angeletti: «Il 28 ottobre sciopero degli statali» - Il leader della Uil, Luigi Angeletti, ha fissato davanti al comitato centrale lo sciopero delle categorie del pubblico impiego per il 28 ottobre.
Angeletti ha sottolineato che la protesta è «contro le politiche del governo nel pubblico impiego, in particolare contro il blocco della contrattazione».
Le modalità dello sciopero saranno decise dalle quattro categorie: Uilpa, Fpl, Scuola, e Ricerca e università.
Si tratta della prima volta che uno sciopero delle categorie del pubblico impiego viene deciso direttamente della confederazione.

Tremonti ha presentato la manovra italiana all'Eurogruppo - Le riunioni di stamattina tra responsabili economici dell'Eurogruppo sono state occasione per il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti di presentare ai suoi colleghi la manovra appena approvata dall'Italia, per centrare i suoi obiettivi di risanamento dei conti pubblici. Lo hanno riferito fonti della Commissione europea a margine del vertice a Wroclaw, in Polonia.
Negli stessi incontri il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn ha illustrato le valutazioni fornite appena ieri nelle previsioni economiche aggiornate dalla Commissione, che confermano la necessità di un approccio differenziato paese per paese delle politiche economiche, a seconda delle varie situazioni, fermo restando la generale necessità di risanare le finanze pubbliche.
Ad ogni modo i lavori di stamattina sono innanzitutto serviti a ribadire l'impegno a attuare il rafforzamento delle misure anti crisi deciso lo scorso luglio, in particolare per risolvere le perduranti difficoltà debitorie della Grecia.