29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Lo rivela la bozza di riforma trapelata

La PAC continua a regalare soldi alle aziende agricole europee con il più alto impatto ambientale

AIAB e IFOAM EU: «La PAC post 2013 investa in un'agricoltura bastata su sovranità alimentare e modelli produttivi ecosostenibili, bio in primis»

ROMA - AIAB e IFOAM Europa, insieme ad altre ONG ambientaliste europee, condannano il programma di puro e semplice greenwashing della Politica Agricola Comune (PAC), almeno così come trapelato da un documento della Commissione. Se tali proposte non verranno riviste per offrire impegni reali e non di facciata sul fronte della tutela ambientale, la PAC post 2013 resterà priva di qualsiasi legittimità.

«La PAC che vogliamo per il futuro - commenta Andrea Ferrante, presidente nazionale dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB) – è una Politica Agricola Comune che anziché continuare a foraggiare l'insostenibile modello imposto dall'agroindustriale, un modello totalmente dipendente dall'energia fossile e senza futuro, rimetta al centro un'agricoltura familiare e di piccola scala, sostenibile, basata sul metodo biologico, e sia ispirata ai principi della sovranità alimentare».
Se a parole la proposta della Commissione si impegna a sostenere il 'greening' della PAC e gli agricoltori che forniscono beni pubblici, un'attenta analisi della proposta stessa, denunciano AIAB e IFOAM EU, mostra che nella sostanza la maggior parte degli impegni sono di facciata, vuoti e non entusiasmanti.
Tanto per dirne una, nessun supporto specifico e supplementare è previsto per gli agricoltori che conservano habitat naturali protetti inseriti nella rete Natura 2000, o che gestiscono estesi appezzamenti di prati e pascoli, di fondamentale importanza per la biodiversità e il clima.

Anzi, tutti i proprietari terrieri continueranno a ricevere sussidi, compresi quelli che usano metodi di coltivazione altamente insostenibili, forieri di erosione del suolo, inquinamento e sfruttamento eccessivo delle risorse idriche. Come se non bastasse dalla bozza di proposta trapelata si evince anche che i finanziamenti per i progetti finalizzati a migliorare le performance ambientali delle aziende agricole, e quindi a ridurre il loro impatto ambientale, potrebbero essere ridotti.
AIAB E IFOAM EU chiedono quindi alla Commissione di rivedere radicalmente la proposta di riforma della PAC, di sostenere la retorica 'verde' con provvedimenti di sostanza e di promuovere modelli agricoli sostenibili, come il biologico.
«Seppur l'agricoltura biologica viene chiaramente riconosciuta per la prima volta sia nel Primo che nel Secondo Pilastro, discreto risultato raggiunto dal movimento per il biologico europeo - conclude Alessandro Triantafiyllidis, presidente AIAB Liguria e membro di IFOAM UE -, nel suo insieme la riforma della PAC rimane totalmente inadeguata per rispondere alle sfide che abbiamo davanti. Molte delle sfide alle quali ci troviamo di fronte, infatti, non possono essere vinte cavalcando l'opzione 'business as usual', ma hanno bisogno di investimenti in sistemi alimentari complessivamente sostenibili».