20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
In Irpinia lavoratori Irisbus in assemblea permanente

Romani: «Si riprenda subito il confronto su Irisbus»

Il Ministro: «Prezioso ruolo sindacati e istituzioni locali». Centrella a Romani: «Garantire il futuro ai lavoratori dell'Irisbus»

ROMA - Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, «dopo il lavoro fatto ieri che ha consentito di superare alcune pregiudiziali che avrebbero impedito qualsiasi soluzione, continua il proprio impegno sulla vertenza Irisbus per riallacciare i rapporti al fine di consentire una positiva soluzione del problema».
In una nota, il dicastero di via Veneto riferisce che «già dalla prossima settimana il ministro, anche con il sostegno attivo delle istituzioni locali e raccogliendo le sollecitazioni venute dal mondo sindacale, si riserva di riprendere il confronto con i sindacati e la Fiat per una soluzione condivisa».
«Nella proposta formulata ieri - aggiunge il comunicato - è stata indicata come fondamentale la salvaguardia della vocazione industriale del sito e dei livelli occupazionali e di reddito. Il documento di ieri è al tempo stesso un punto fermo e un'indicazione di percorso sulla quale è possibile lavorare nei prossimi giorni. Il ministro, consapevole delle difficoltà che la vicenda presenta, ritiene che il lavoro dei sindacati sia estremamente prezioso in questa fase e si augura che non si creino condizioni estreme difficilmente recuperabili. In quest'ottica si augura che sia le organizzazioni sindacali che l'azienda siano in grado di governare una situazione tanto complessa».

Centrella a Romani: «Garantire il futuro ai lavoratori dell'Irisbus» - «Dopo il deludente e preoccupante incontro di ieri al ministero dello Sviluppo economico è necessario riaccendere la vertenza. Il futuro dei lavoratori Irisbus non può restare in bilico tra incertezze e attese cupi. Ho scritto, quindi, proprio questa mattina, una missiva indirizzata al ministro Paolo Romani e all'ad di Fiat Industrial, Alfredo Altavilla, per chiedere la riapertura ad horas del tavolo su Irisbus». Lo dichiara Giovanni Centrella, segretario generale dell'Ugl.
«E' inaccettabile - prosegue - che i lavoratori irpini, dopo due mesi di sciopero a oltranza, non conoscano il loro futuro e soprattutto non possano dare alcuna garanzia alle loro famiglie. Non consentiremo all'azienda di recapitare lettere di mobilità o addirittura di licenziamento, cosa che potrebbe accadere anche nei prossimi giorni se non attiviamo le nostre forze nell'immediato».
«Come sindacato resteremo al fianco dei lavoratori - continua Centrella - e faremo il possibile affinché la voce di un intero indotto, di un territorio, non venga gettata nell'oblìo e che ogni futura scelta dei vertici del gruppo e della stessa Iveco non sia a discapito di chi ha speso una vita a lavorare dignitosamente e con tanti sacrifici».
«Inoltre, ho ritenuto opportuno - conclude il sindacalista - scrivere anche ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil invitando anche loro a sollecitare, Governo e Fiat, per la riapertura immediata della vertenza e, soprattutto, a seguirla personalmente».

In Irpinia lavoratori Irisbus in assemblea permanente - Gli operai dello stabilimento irpino hanno fatto appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché intervenga a sostegno della vertenza.
«Siamo in attesa che la Fiat faccia la sua mossa - ha commentato il segretario generale della Camera del lavoro di Avellino, Vincenzo Petruzziello - Abbiamo rifiutato un accordo irricevibile che registra l'assenza di azioni e il totale fallimento del Governo».
«Di fronte alla nostra richiesta della cassa integrazione per un anno per i lavoratori e un piano nazionale dei trasporti che avrebbe potuto rilanciare lo stabilimento - ha denuncia Petruzziello - la risposta del Governo è stata nulla. Eppure - ha continuato il sindacalista Cgil - rischiamo una sanzione di 1,700 milioni di euro da parte dell'Europa per l'obsolescenza del nostro parco vetture, che riguarda circa 20mila autobus».
Chieste, inoltre, le dimissioni del governatore campano, Stefano Caldoro, per l'assenza della sua azione di intermediazione col Governo. «Al Tavolo - ha commentato Petruzziello - non era presente così come non erano presenti i politici irpini che pure si erano esposti a sostegno della vertenza. Caldoro - ha attaccato il segretario - aveva promesso un piano regionale dei trasporti così come fatto in Piemonte, che fine ha fatto?. E' necessaria un'azione concreta. E' in pericolo l'85% della produzione industriale irpina, che è nelle mani di Fiat (Irisbus, Fma e indotto)».
«La nostra mobilitazione continua - ha concluso l'esponente della Cgil - a partire dallo sciopero generale del 6 settembre che si terrà proprio a Grottaminarda».