19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
L'Istat pubblica i dati sull'inflazione

«L’unico argine al carovita viene dai campi»

Lo sottolinea Confagricoltura, in relazione alla rilevazione sui prezzi definitivi al consumo di luglio

ROMA - «I generi alimentari freschi, il cui prezzo è sceso a luglio, rispetto a giugno, del 2,5% ha fatto da parziale ammortizzatore ad un’inflazione stabile al 2,7% su base annua. Ma questo ruolo di salvagente contro il carovita i produttori agricoli lo hanno assunto a proprie spese». Lo sottolinea Confagricoltura, in relazione alla rilevazione sui prezzi definitivi al consumo di luglio, diffusa oggi dall’Istat. Dall’analisi dell’Istituto di statistiche si rileva che il calo congiunturale dei prezzi degli alimentari non lavorati è dovuto soprattutto alla diminuzione dei prezzi della frutta fresca (-10,9%), della verdura (-5,6%), delle patate (-3,2%).

«Non va dimenticato - ricorda Confagricoltura - che i prezzi pagati ai produttori sono in caduta libera da sette mesi e che la crisi si è particolarmente acuita quest’estate. A luglio, come attestano i dati Ismea, i prezzi all’origine della frutta fresca sono diminuiti di quasi il 32% rispetto a giugno e quello degli ortaggi del 9%».

«La frutta – osserva Confagricoltura – viene svenduta dai produttori a prezzi inferiori del 29% rispetto all’anno scorso e la verdura di poco meno del 22%, mentre i costi di produzione aumentano; molte aziende hanno rinunciato a raccogliere il prodotto. La situazione è drammatica, per questo, assieme alle altre Organizzazioni agricole, abbiamo chiesto al ministro Romano misure idonee a favorire i produttori nell’ambito delle filiere ma anche interventi che permettano la concentrazione dell’offerta e l’aggregazione del prodotto».