26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Per Berlino l'Italia è troppo grande per essere salvata

La ricetta delle imprese: Tagli alla politica e liberalizzazioni

Angeletti: «Serviva accelerazione, ma manca il taglio alla politica». Sacconi: «Confronto in tempi brevi, ampia disponibilità». Bersani: «Tremonti dica chi paga l'anticipo della manovra»

MILANO - Mercoledì pomeriggio il governo incontrerà nuovamente le parti sociali per un confronto sulle nuove misure dell'esecutivo e, in vista della riunione, quella che arriva da imprese e sindacati (fatta eccezione per la Cgil) è un'approvazione a metà dell'accelerazione impressa da palazzo Chigi per far fronte alla difficile situazione economica e alla speculazione in atto nei confronti dell'Italia.
Confindustria, Abi, Confcommercio e tutte le altre associazioni che, nell'ultimo incontro con l'esecutivo (insieme ai sindacati), avevano chiesto interventi immediati, condividono «l'impegno a sottoporre subito le misure al Parlamento e a costituzionalizzare l'obbligo del pareggio di bilancio», chiedono un confronto «sulle misure che verranno proposte in materia di fiscalità e assistenza per anticipare il pareggio di bilancio al 2013», ma ritengono che «non via sia alcun motivo di attendere di attendere una modifica dell'articolo 41 della Costituzione», ovvero premono perché si vada avanti nel processo di liberalizzazione. Criticano, invece, il mancato intervento sui costi della politica: «E' necessario anticipare i tagli ai costi della politica; sarà altrimenti molto difficile chiedere sacrifici al Paese».
Posizioni messe nero su bianco in un comunicato congiunto che questa volta, però, non è ad un'unica voce con i sindacati. Su molti temi, infatti, le posizioni dei lavoratori sono discordanti ed è difficile trovare una posizione univoca. Se Cisl e Uil sembrano essere sulla stessa linea delle imprese, con i segretari generali Bonanni e Angeletti che plaudono all'introduzione del pareggio di bilancio nella Costituzione, chiedono un confronto sull'anticipo al 2013 e criticano la mancanza dei tagli dei costi della politica, da parte sua la Cgil continua a considerare la politica dell'esecutivo «iniqua e ingiusta».
Altro tema riguarda la riforma del mercato del lavoro con le imprese che chiedono che venga «riconosciuto il ruolo degli attori sociali». Appello a cui si uniscono anche i sindacati. Luigi Angeletti, Uil, chiede che «il governo non intervenga autonomamente», altrimenti, dice, «non saremmo d'accordo». Dello stesso avviso il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, secondo il quale la materia «deve essere oggetto del confronto fra le parti». E su questo aspetto rassicura il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: «Ogni tema utile alla modernizzazione, sarà esaminato senza pregiudizi o preclusioni».

Per Berlino l'Italia è troppo grande per essere salvata - Berlino ritiene che l'Italia sia troppo grande per essere salvata dal Fondo europeo di stabilità finanziaria (Fesf): è quanto afferma il settimanale tedesco Der Spiegel, in edicola domani.
Secondo Der Spiegel, in seno al governo tedesco starebbero crescendo i dubbi di riuscire a salvare l'Italia attraverso il Fondo, anche se quest'ultimo riuscisse ad avere il triplo delle sue attuali capacità finanziarie. Perchè un'economia come quella italiana è troppo grande per essere aiutata, aggiunge il settimanale, e le sue necessità finanziarie troppo onerose. Di conseguenza, Berlino sta insistendo perchè Roma riesca a uscire dalla crisi attraverso tagli alla spesa e riforme.
Per Berlino, continua Der Spiegel, il Fondo europeo di stabilità finanziaria è stato creato solo per salvare paesi di piccole e medie dimensioni. Giovedì scorso, proprio il Presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, aveva sollecitato una revisione delle capacità del fondo, sostenendo che la crisi del debito riguarda tutta la zona euro, dichiarazioni che avrebbero irritato Berlino, evidenzia il settimanale.

Bersani: Tremonti risponda sulle riforme e chi paga la manovra - Tremonti dovrà rispondere in Parlamento sulla necessità di inserire delle riforme vere nella manovra e su chi dovrà pagarne il prezzo più alto. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervistato dal Tg3 commenta le decisioni del governo di anticipare la manovra.
«Il mondo è nella bufera e noi siamo sul fronte, i più esposti - osserva Bersani -, tutti ci fanno pressioni. Dopo 3 anni di favole ci troviamo col cappio al collo, ora bisogna fare di più sempre di più ma noi vogliamo capire due cose essenziali: se questo prezzo lo devono pagare solo i ceti medi, quelli a minor reddito e la gente che ha bisogno dei servizi o se disturbiamo qualcun altro. Secondo vogliamo sapere se finalmente c'è qualche riforma nella manovra per il lavoro e la crescita. Non pensi Tremonti di poter venire senza rispondere a queste domande, su questo faremo le nostre proposte».

Il Governo convoca le parti sociali mercoledì pomeriggio - Il governo ha convocato le parti sociali per mercoledì pomeriggio. E' quanto comunica in una nota il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.
«Il documento delle organizzazioni rappresentative delle imprese conferma la loro piena disponibilità al confronto sulla base dell'ulteriore iniziativa di ieri del Governo. Nello stesso modo si sono espressi i segretari del sindacato riformista». E' quanto scrive in una nota il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.
«Per mercoledì pomeriggio abbiamo riconvocato il tavolo negoziale con tutte le parti sociali. Così come Camera e Senato, come annunciato, garantiranno presto l'opportunità di un confronto con le opposizioni, a partire da quella che ha già anticipato una responsabile disponibilità».

Angeletti: Serviva accelerazione, ma manca il taglio alla politica - Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, condivide l'intenzione del governo di inserire il pareggio di bilancio nella Costituzione ma, quanto all'anticipo del pareggio al 2013 «non era nelle nostre corde», dice intervistato da TM News. «Vista la situazione dei mercati - aggiunge Angeletti - bisognava dare un segno di accelerazione».
E' critico, però il segretario generale della Uil in merito alla mancata previsione nell'immediato di un taglio dei costi della politica: «Su questo punto, come abbiamo già chiesto al governo, vogliamo che ci sia la decisione di eliminare le province, accorpare tutti i comuni piccoli e obbligare la fusione di tutte le settemila società pubbliche che erogano servizi. Non se la possono cavare con un po' di risparmio, come la riduzione delle Autoblu».

Berlusconi smentisce il voto anticipato: Al lavoro senza interruzioni - Ha smentito l'ipotesi di elezioni anticipate, nel 2012, «un'ipotesi che non c'è mai stata», «non c'è alcun cambiamento nei nostri programmi». Ed è tornato ad assicurare che il governo non va in vacanza, vigila e continua a lavorare «senza interruzione». Lasciando la sua residenza romana per trasferirsi in Sardegna, dove dovrebbe trascorrere qualche giorno di riposo (ma «lunedì sera o martedì sarò di nuovo qui», e nessun viaggio in Russia da Putin), il premier è tornato a mostrare ottimismo per rassicurare ancora i mercati della stabilità dei conti italiani, da giorni nel mirino della speculazione internazionale.
Parole che arrivano dopo l'annuncio di ieri, seguito alle pressioni di Commissione europea, Bce e cancellerie internazionali: cioè che l'ambizioso piano di rientro dei conti per arrivare al pareggio di bilancio sarà anticipato di un anno al 2013. Interventi urgenti, per realizzare i quali il Parlamento riapre i battenti già la prossima settimana, giovedì, con l'intervento del ministro Tremonti davanti alle commissioni congiunte Affari costituzionali e Bilancio di Senato e Camera.

Sacconi: Confronto in tempi brevi, ampia disponibilità - Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, auspica un confronto «in tempi brevi» con le parti sociali e con le opposizioni in merito alle misure approvate ieri dal governo. Un confronto, sostiene Sacconi, basato «sull'ampia disponibilità» dimostrata dalla quasi «totalità delle parti sociali e in una parte dell'opposizione».
«C'è insomma un'area vasta, politica e sociale, della responsabilità nazionale - ha detto Sacconi - che è pronta a entrare nel merito delle misure per la stabilità e di quelle per la crescita. Il confronto, anche se deve pervenire a risultati in tempi brevi, può essere paziente ed approfondito, senza preclusioni e pregiudizi, realizzando quelle discontinuità rispetto al tempo del debito e della regolazione oppressiva che il nuovo mondo impone».
«Nel merito delle riforme del lavoro - ha spiegato il ministro - si tratta di fare leva sulla tradizione delle relazioni industriali e del ruolo sussidiario delle organizzazioni rappresentative del lavoro e dell'impresa per incoraggiare le nuove iniziative imprenditoriali e la propensione ad assumere».