12 ottobre 2025
Aggiornato 11:00
Crisi del debito

Imprese e sindacati: Momento grave, basta scappatoie

Dal Consiglio dei Ministri misure urgenti. Priorità è crescita, ora confronto serrato

ROMA - «Il momento è grave: va affrontato con la massima determinazione senza cercare scuse o scappatoie». E' il forte richiamo di imprese e sindacati al governo scritto nero su bianco nel documento comune con 6 priorità per la crescita presentato all'esecutivo al tavolo a palazzo Chigi.
Le parti sociali sono quindi pronte a fare la loro parte per affrontare la grave crisi economica in atto, ma il governo deve prendere in mano la situazione e mettere in salvo il Paese dai rischi. «Per parte nostra - sostengono - siamo pronti ad assumerci tutte le responsabilità che la situazione richiede. Ma è il governo che deve prendere in mano il timone della politica economica e assumersi l'onere e la responsabilità di farci uscire da questa situazione».

La gravità del momento, proseguono, «non consente pause». E' quindi necessario convocare un Consiglio dei ministri straordinario per adottare misure urgenti per il rilancio dell'economia. «Noi siamo a disposizione nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Riteniamo che - dicono - il Consiglio dei ministri debba assumere decisioni rapidamente e sottoporle al Parlamento senza soluzioni di continuità. Non possiamo permetterci di rimanere fermi e in balia dei mercati - prosegue il documento - il confronto non può esaurirsi in un incontro. Ma l'incontro di oggi non può esaurirsi in un avvio».

Secondo imprese e sindacati «occorre un confronto continuo e serrato con le parti sociali ed anche con l'opposizione». «Nei passaggi decisivi, come quelli che attraversiamo, le grandi scelte devono essere sostenute dalla larga corresponsabilità e condivisione delle forze politiche e sociali. Tali scelte - sottolineano - devono consentire di imprimere all'Italia un nuovo slancio per l'orizzonte di più legislature».

Le priorità indicate dalle forze sociali vanno dal pareggio di bilancio nel 2014 al taglio dei costi della politica, dalle liberalizzazioni e privatizzazioni, allo sblocco degli investimenti, dalle semplificazioni e riforma della P.A., al mercato del lavoro.