26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Il fondo italiano per le infrastrutture distribuisce un dividendo straordinario

L’investimento nelle rinnovabili, un affare per «F2i»

Intanto L’Enel punta sul vento della Grecia e la Cina scommette sull’ energia dei paesi dell’est europeo

ROMA - «Questa positiva e per alcuni versi eccezionale distribuzione di dividendi (nel caso di fondi mobiliari chiusi le distribuzioni avvengono generalmente dopo la chiusura del periodo d'investimento, che per F2i è previsto nel febbraio 2013) è legata proprio ai positivi risultati di bilancio maturati dalle società partecipate». Con questo comunicato «F2i» ha reso nota la decisione di distribuire un sostanzioso dividendo ai suoi azionisti.

F2I: L’INVESTIMENTO NELLE RINNOVABILI PAGA - F2i ( Fondi italiani per le infrastrutture), ha chiuso infatti il primo semestre con un risultato netto di oltre 35 milioni. Il consiglio di amministrazione, che ha approvato il rendiconto del Fondo al 1 semestre 2011, ha deliberato inoltre una distribuzione agli investitori pari a 30 milioni di euro che, in aggiunta a quella effettuata nel luglio 2010 di circa 23 milioni di euro, ha portato a più di 53 milioni di euro l'importo complessivo versato dal Fondo agli investitori.
Ad oggi, F2i ha già impegnato il 72 per cento della raccolta (1.852 milioni di euro) dando vita ad un gruppo in settori chiave delle infrastrutture del Paese. In particolare, nel settore del gas, dell'acqua, delle energie rinnovabili, nel comparto dei trasporti e logistica, nelle infrastrutture aeroportuali e recentemente nelle reti Tlc a larga banda con l'acquisizione di Metroweb.

L’IDEA DI GAMBERALE SI DIMOSTRA VINCENTE - F2i è l’acronimo di Fondi Italiani per le Infrastrutture.
F2i Sgr S.p.A., costituita nel gennaio 2007, è la società di gestione del risparmio che ha lanciato il più grande fondo chiuso italiano: Fondo Italiano per le Infrastrutture - F2i, dedicato a investimenti nel settore delle infrastrutture.
L’iniziativa nasce da un progetto condiviso tra Vito Gamberale, manager di lunga esperienza al vertice di importanti aziende italiane e, in qualità di Sponsor, primarie istituzioni, istituti di credito, banche d’affari internazionali, fondazioni bancarie e casse di previdenza.

L’ENEL PUNTA SUL VENTO GRECO - Enel Green Power aggiunge 38 Mw al suo portafoglio eolico in Grecia, grazie ai due nuovi impianti di «Zoodochos Pighi» da 24 Mw e «Panaghia Soumela» da 14 Mw, rispettivamente a Kozani e Veria, entrambe località della Macedonia. E' quanto comunica Enelò Green Power.
Con i due impianti, spiega la società, la capacità totale installata in Grecia da Enel Green Power raggiunge i 181 Mw.
«I campi eolici, costituiti da 19 turbine da 2 Mw ciascuna - precisa Enel Green Power - produrranno più di 67 milioni di kWh di energia «pulita» all'anno, in grado di soddisfare i consumi annuali di oltre 16.000 famiglie e di evitare ogni anno l'emissione in atmosfera di più di 74.000 tonnellate di Co2».

L’ENEL CREDE NELLE RINNOVABILI MADE IN GRECIA  - «Si conferma così la strategia di crescita nel settore delle rinnovabili in Grecia di Enel Green Power che - aggiunge la società - oltre all'attuale capacità installata, può contare su ulteriori 45 Mw eolici, idroelettrici e fotovoltaici, in corso di realizzazione, e su una pipeline di progetti idroelettrici ed eolici da 1400 Mw, da cui cogliere ulteriori possibilità di sviluppo».

PER L’ENERGIA PECHINO SCOMMETTE SULL’EUROPA DELL’EST - E così, la nuova Cina rampante ed economicamente rapace, dopo aver messo entrambi i piedi in Africa, dopo aver comprato oltre 1.000 miliardi di dollari di bond Usa, anche di fronte alla minore affidabilità americana e alla necessità di differenziare i propri investimenti, s'è volta all'Europa e ha bussato alla porta di quei paesi dell'Est sempre più bisognosi di soldi per investimenti e infrastrutture. S'è creata una relazione «win-win», che però presenta importanti ombre sia per questi paesi, sia per l'Europa nel suo complesso.

LA CINA IN SOCCORSO DEI DEBITI SOVRANI IN CAMBIO CHIEDE ENERGIA - La strategia di penetrazione s'è focalizzata in particolare sulle infrastrutture di trasporto e logistica, ma ha toccato anche l'acquisizione di aziende e l'investimento di fondi sovrani cinesi a finanziare il debito di questi paesi (come è accaduto per la Grecia, che oggi è sull'orlo della bancarotta). Secondo l'ECFR, il volume degli investimenti cinesi e delle facilitazioni commerciali per l'Europa centrale e orientale rappresentano il 10 per cento del totale registrato in Europa. Si tratta di una «quantità sproporzionatamente ampia in rapporto alla portata complessiva delle loro economie».

I GRANDI PROGETTI DI PECHINO PER L’EOLICO DELLA ROMANIA - La Cina ha cominciato a fare shopping d'aziende, come è accaduto con la BorsodChem, la principale impresa del settore chimico ungherese. Sempre in Ungheria ha costruito il centro logistico di fornitura dei componenti del gigante dell'elettronica e delle tlc Huawei. Ancora, ha grandi progetti per l'energia eolica in Romania e intende investire circa un miliardo di euro sempre in progetti romeni. In Moldova, la China Overseas Engineering Group (Covec) sta realizzando progetti infrastrutturali per un miliardo di euro.