28 agosto 2025
Aggiornato 00:00
Caro carburanti

Benzina: costa il doppio di un litro di latte al supermercato

A causa dei continui rialzi, le famiglie oggi spendono di più per trasporti ed energia elettrica che per cibo e bevande

ROMA - Con il nuovo record storico toccato oggi, il prezzo di un litro di benzina alla pompa ha praticamente doppiato quello di un litro di latte a lunga conservazione venduto in ogni supermercato. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
L’ennesimo rialzo agli impianti ha portato un litro di benzina a quota 1,64 euro: due volte di più il prezzo al consumo di un litro di latte a lunga scadenza (circa 80 centesimi) e addirittura cinque volte di più il prezzo alla stalla pagato agli agricoltori (35 centesimi al litro). Anche con il latte fresco al dettaglio le cose non cambiano -aggiunge la Cia-. Si va da un euro a 1,30 euro al litro per arrivare fino a 1,60 euro per quello ad alta qualità.

Un paragone, quello con un bene di prima necessità come il latte, che rende ancora più evidente lo stravolgimento della spesa degli italiani a causa del «caro-petrolio». Oggi una famiglia media mette in conto circa 467 euro al mese per alimentari e bevande -spiega la Cia-. Un budget ormai superato da quello per trasporti, carburanti ed energia elettrica, che oggi arriva a quota 470 euro mensili. Come evidenzia anche l’Istat nell’ultimo rapporto sui consumi familiari.
Ma non solo per i consumatori -continua la Cia- anche per gli agricoltori si tratta di una nuova stangata e di un colpo durissimo. Non bisogna scordare che il gasolio agricolo è «re» nel settore: non solo è necessario per il riscaldamento delle serre, ma per l’alimentazione dei mezzi meccanici, a partire dai trattori. E si fa indispensabile proprio in questi mesi in cui si avvicendano operazioni di semina, concimazione, diserbo, irrigazione, trinciatura e raccolta.
Se la situazione non torna presto alla normalità -conclude la Cia- c’è il rischio che a fine 2011 l’intero mondo agricolo sia costretto a sostenere un costo aggiuntivo di oltre 2 miliardi di euro, determinato proprio dai rialzi dei prodotti petroliferi. Con il fondato pericolo che migliaia di imprese possano uscire dal mercato.