Si va spegnendo l'euforia dei mercati europei, ora focus sugli USA
L'attenzione adesso è sulle trattative tra la Casa Bianca e i Repubblicani
ROMA - Si sono andati spegnendo i rialzi sui mercati Europei, mentre dal sollievo per l'accordo tra paesi dell'area euro su un nuovo piano di salvataggio per la Grecia, l'attenzione sembra essersi spostata su un problema potenzialmente anche più grande: i rischi di una potenziale insolvenza sui pagamenti degli Stati Uniti, nel caso in cui amministrazione Obama e repubblicani non trovino un accordo per aumentare i limiti sul deficit di bilancio. Ad ogni modo il Vecchio Continente ha potuto tirare il fiato, dopo che già ieri anticipando un accordo aveva imboccato dinamiche rialziste. A Milano, che nella passata seduta aveva chiuso con un balzo del 3,7 per cento, i rialzi sono proseguiti durante la mattina, ma moderandosi fino a azzerarsi nel pomeriggio, mentre inquietudini sui mercati sono giunte dalle notizie dell'esplosione di una bomba ad Oslo. A fine scambi il Footsie-Mib ha segnato un meno 0,15 per cento, mentre il Footsie Italia all-share ha chiuso al più 0,21 per cento.
Per Atene sono in arrivo altri 109 miliardi di euro di aiuti, cui si aggiungeranno altri 50 miliardi dal settore privato, fornendole così quello che la stampa ellenica chiama un «giubbotto di salvataggio» fino a tutto il 2014. Alti lo hanno battezzato «piano Marshall» per la Grecia, ad ogni modo è «un grande sollievo» per la sua economia, ha commentato oggi il ministro delle Finanze Evangelios Venizelos. Londra ha chiuso al più 0,60 per cento, Parigi più 0,68 per cento, Francoforte più 0,50 per cento. Tutto bene quindi, o quasi. L'accentuata volatilità delle Borse in queste sedute suggerisce una certa cautela. Anche solo ieri, ad aperture in rialzo erano repentinamente seguiti cali, per poi passare nuovamente a netti rialzi, mentre si rafforzavano le prospettive di una intesa.
Inoltre ci sono i concreti dati macroeconomici, che fornsicono indicazioni non univoche. Ieri una indagine sull'attività delle imprese nell'area euro ha segnalato un indebolimento alla quasi stagnazione a luglio, mentre oggi l'indice del centro studi Ifo sulla fiducia tra le imprese della Germania, prima economia di Eurolandia, ha segnato un calo più netto del previsto. Tuttavia il governo tedesco si attende una crescita 2011 «paragonabile» a quella dello scorso anno, che aveva segnato un exploit del 3,6 per cento, il dato più forte dai tempi della riunificazione. Più moderata oggi la dinamica dell'euro, che dopo lo scatto di ieri nel pomeriggio si attesta in lieve calo a 1,4368 dollari.
L'area euro spera di aver messo un argine agli allarmismi sui rischi di contagio della crisi greca ad altri paesi, tra cui Spagna e Italia, procedendo di fatto a una insolvenza delimitata della Grecia. Un «default parziale», come lo ha definito l'agenzia Fitch. In precedenza i timori avevano creato di pressioni sui titoli di Stato di vari paesi, tra cui le emissioni italiane, che si erano evidenziati con bruschi aumenti dei rendimenti. In due riprese sui Btp decennali erano arrivati a superare il 6 per cento, sui massimi dal 1997. Già ieri si erano decisamente attenuati e oggi la moderazione è proseguita fino a vedere i rendimenti al 5,28 per cento, mentre è calato a 239 punti base il differenziale (spread) di rendimento rispetto ai Bund della Germania.
Ora l'attenzione vira appunto sulla questione del deficit degli Usa: il presidente Barack Obama ha affermato che serve un accordo «equilibrato», e che ridurre il disavanzo di bilancio senza operare aumenti delle entrate fiscali sarebbe «assurdo». Nel mirino ci sono i tagli alle tasse operati dall'amministrazione Bush, che invece i repubblicani vogliono difendere puntando a tagliare la spesa pubblica, in particolare sulla sanità.
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