«I produttori di frutta e verdura pagano il conto dell’allarme e.coli»
Lo sottolinea Confagricoltura, in relazione alla rilevazione sui prezzi definitivi al consumo di giugno diffusa oggi dall’Istat
ROMA - «I generi alimentari freschi, il cui prezzo è sceso a giugno dello 0,3% hanno fatto da parziale ammortizzatore ad un’inflazione calcolata dall’Istat al 2,7% su base annua, il livello più alto registrato dal novembre 2008. Ma questo ruolo di salvagente contro il carovita i produttori agricoli lo hanno assunto a proprie spese». Lo sottolinea Confagricoltura - in relazione alla rilevazione sui prezzi definitivi al consumo di giugno diffusa oggi dall’Istat - che ricorda come l’allarme E.Coli scatenato in Germania abbia scoraggiato i consumi di tutti gli ortaggi e della frutta e bloccato le esportazioni. Il risultato è stata una diminuzione dei prezzi al consumo dei vegetali freschi pari al 5,6% su base mensile ed al 2,5% rispetto all’anno scorso, come rileva l’Istat.
«A giugno, come attestano i dati Ismea, i prezzi all’origine della frutta fresca sono diminuiti di quasi il 20% e degli ortaggi del 22% rispetto a un anno fa. E le cose - osserva Confagricoltura - non stanno andando meglio a luglio: le quotazioni della frutta fresca sono in caduta libera, i mercati sono ingolfati da pesche e nettarine provenienti dall’estero, il caldo eccezionale ha fatto maturare in anticipo i raccolti facendo saltare i calendari.