16 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Manovra finanziaria

Tremonti: I tagli dei costi alla politica non sono «demagogia»

Si tratta per il Ministro dell'Economia del più «rivoluzionario e radicale cambiamento introdotto nel Paese»

ROMA - I tagli ai costi della politica in manovra «ci sono e sono di enorme rilievo». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso della conferenza stampa al Tesoro, aggiungendo che «un intervento più radicale non sarebbe stato firmato dal presidente della Repubblica».
Si tratta per Tremonti del più «rivoluzionario e radicale cambiamento introdotto nel Paese», un provvedimento che «si poteva fare alla Masaniello, ovvero che tutto cambi perché nulla cambi», ma il governo ha deciso di intraprendere un'altra strada e cioè quello di «seguire un percorso compatibile con la struttura istituzionale del Paese: per riformare devi fare una riforma per legge».

I TAGLI E LA «DEMAGOGIA» - «Se volete fare una riforma per legge - ha aggiunto Tremonti - dovete fare una legge che rispetti la legge». I tagli dei costi alla politica non sono «demagogia», ma sono stati impostati in base ad un criterio per cui nessuno potrà bloccarlo: verrà applicato mano a mano che scadono gli incarichi.
«Nessun Paese - ha detto Tremonti riferendosi all'adeguamento di tutti i titoli di compenso alla media europea - ha questo criterio. Noi crediamo sia razionale l'applicazione dei criteri europei mano a mano ci sono le scadenze. Qualcuno per demagogia potrebbe dire fatelo subito», ma in base a quanto è stato fatto con la manovra «nessuno potrà bloccare niente se viene applicato il criterio del taglio via via che scadono gli incarichi».