Camusso: Dobbiamo essere classe dirigente, loro incapaci
«Sono irresponsabili mentre il paese non cresce, mancano prospettive»
MILANO - «Dobbiamo essere noi la classe dirigente perchè loro non sono capaci». Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nel suo intervento conclusivo alla festa del 2 giugno a Milano ha bacchettato l'attuale classe dirigente colpevole di essere «irresponsabile, il nostro paese non cresce e non ha prospettive». Un paese che «reagisce a chi ha voluto dividerlo e vederlo disuguale, a chi ha pensato che si può dare un un futuro tagliando l'istruzione, mentre non c'è futuro senza studio». Rivolgendosi ai giovani, la Camusso ha sottolineato come «non possiamo continuare a rubargli l'età adulta, della certezza e delle felicità».
«BASTA POPULISMO» - In generale, secondo il leader della Cgil, bisogna che la politica «torni ad occuparsi della persone e a dargli un futuro. Basta populismo, abbiamo bisogno di istituzioni credibili, solo così si sconfiggono i veleni». Dopo l'ultima tornata elettorale, secondo la Camusso, «i venti del Nord che non ci piacciono, in questa città soffiano un po' meno. Cambiare si poteva e ora il vento cambi in tutto il paese e continui a soffiare fino a completare la sua opera. Il vento cambia e la brezza diventa vento quando si parla di dignità delle persone che è ciò che dobbiamo recuperare».
Infine la Camusso ha rivolto anche un pensiero agli immigrati e ai loro diritti: «è giusto che chi nasce da noi abbia la cittadinanza e che chi viene qui a lavorare gli si riconosca che potrà essere un cittadino del nostro paese: bisogna guardare l'altro non come a un diverso a un nemico, ma come a un compagno con cui cambiare il paese».
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