3 ottobre 2025
Aggiornato 05:30
Analisi impietosa di Emma Marcegaglia sull’operato del Governo

Gli industriali bocciano la politica. Unico promosso Napolitano

Suggerimento per Berlusconi: «Se vince ai ballottaggi si concentri unicamente sulla crescita». Il Ministro Romani difende il Governo: «Abbiamo tenuto i conti a posto e non siamo più

ROMA - «Se guardiamo al benessere l'Italia ha già vissuto un decennio perduto: ecco perchè «dobbiamo muoverci in fretta, non possiamo più credere di avere davanti a noi i tempi lunghissimi con cui in passato abbiamo affrontato ciò che impediva lo sviluppo», ha affermato Emma Marcegaglia durante il suo intervento all’assemblea annuale della Confindustria.

EMMA MARCEGAGLIA: GLI IMPRENDITORI SONO DELUSI DA ANNUNCI ESTEMPORANEI - Gli imprenditori italiani sono «delusi» e chiedono di smetterla con gli «annunci estemporanei a cui spesso non sono seguiti passi concreti», ha precisato il presidente di Confindustria chiedendo che la politica economica si concentri su «due priorità, due vere emergenze»: «la stabilità dei conti pubblici e la crescita economica».

IL GOVERNO NON HA FATTO ABBASTANZA PER LA CRESCITA - La questione della bassa crescita «è nazionale e generale» e per questo occorre un incisivo programma di riforme strutturali.
Anche se il governo ha affrontato, nell'ultimo anno, alcune riforma (dall'Università all'informatizzazione della P.A.) altre riforme vanno affrontate. «Fondamentali sono le liberalizzazioni e la riforme della pubblica amministrazione», ha sottolineato. Il Paese ha bisogno di «più mercato», di liberalizzazioni insomma: «il governo non ha ancora presentato - ha ricordato a tal proposito la Marcegaglia - la legge sulla concorrenza che andava varata l'anno scorso». E poi «occorrono interventi più incisivi su infrastrutture e sul fisco» e «va affrontato il tema della spesa dei fondi strutturali» perchè la «situazione è inaccettabile».

DIECI ANNI DI FRENATA DELLO SVILUPPO - «La verità - ha affermato Marcegaglia - è che la bassa crescita penalizza tutti». E, infatti, dati alla mano, il numero uno degli industriali ha ricordato che il Pil italiano «è aumentato del 45,2% negli anni Settanta, del 26,9% negli Ottanta, del 17% nei Novanta e del 2,5% nell'ultimo decennio». Questa frenata è dovuta alla produttività, il cui incremento annuo «è precipitato dal 2,8% negli anni Settanta a zero nel passato decennio» e tale dinamica «non ha paragoni negli altri paesi», ha avvertito.

LA CONFINDUSTRIA CREDE NELLA RISCOSSA DELL’ITALIA - La Marcegaglia ha rivendicato l'orgoglio di fare parte di un sistema con 150mila aziende associate «che credono nel paese, che vogliono continuare a investire e vogliono rimanere qui».
«Ho avuto e ho - ha detto Marcegaglia parlando a braccio - la responsabilità di guidare Confindustria in anni drammatici, tra i più difficili. Ho chiara in mente l'azione riformatrice che va portata avanti.

CI VUOLE UNO SCATTO DI ORGOGLIO: MENO LITIGIOSITA’ DELLA POLITICA E’ LA PRIMA RIFORMA - Marcegaglia ha chiesto uno «scatto d'orgoglio» di tutta la classe dirigente del paese» E questo «richiede che si abbassino i toni della polemica politica, che cessino gli attacchi e le delegittimazioni reciproche. Questa è la prima, vera, grande riforma di cui ha bisogno l'Italia. Noi vogliamo istituzioni forti e autorevoli, istituzioni che sappiano recuperare la fiducia dei cittadini e delle imprese, che oggi è gravemente erosa».

PRENDERE ESEMPIO DA NAPOLITANO PER RITROVARE LO SPIRITO GIUSTO - La leader degli industriali, Emma Marcegaglia, esprime «riconoscenza» e «gratitudine» al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, «per aver saputo valorizzare» i 150 anni dell'Unità d'Italia e «per il richiamo costante a unirici attorno alle istituzioni repubblicane e di rafforzarne il consenso».
Nella relazione all'assemblea annuale, Marcegaglia ha sottolineato che «è però aperta per l'Italia una questione antica: diventare finalmente nazione. Ciò richiede, come spesso lei signor presidente ci ricorda, obiettivi condivisi e un sentire e un agire comuni. Occorre mettere avanti l'interesse di tutti e ritrovare quello spirito che in passato non lontano ci ha consentito di fare un grande balzo».

PAOLO ROMANI: IL GOVERNO NON E’ STATO FERMO E CI HA PORTATO FUORI DALLA CRISI - Il governo in questi anni non è stato fermo. Ha tenuto i conti a posto e ha fatto in modo che il paese non sia «più un paese a rischio». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, nel corso del suo intervento asll'assemblea di Confindustria. «Non siamo più un paese a rischio - ha detto - e non siamo più la 'i' di quel terribile acronimo che risponde a pigs».
«Non siamo stati fermi - ha detto Romani -. Abbiamo tenuto i conti a posto preservando il paese dalla speculazione internazionale». Romani ha poi ricordato tra le riforme quella dell'università, della giustizia del federalismo fiscale, del Piano per il Sud e della riforma dell'apprendistato».