29 marzo 2024
Aggiornato 00:30
L'analisi dell'economista

Sapelli: Senza interventi l'Italia rischia default in 4-5 anni

S&P non preoccupa. Per la Grecia la soluzione è l'uscita dall'euro, ma per la Spagna è peggio

ROMA - Senza un mix di interventi nel pubblico e nel privato l'Italia rischia il default fra 4-5 anni. Il problema non è quindi immediato e legato al taglio dell'outlook del paese da parte di Standard& Poor's del quale «non bisogna preoccuparsi», ma per il futuro: «Con un tasso di crescita ormai allo 0,5% se non ci inventiamo qualcosa fra 4-5 anni il rischio di default arriva anche da noi». E' l'analisi dell'economista, Giulio Sapelli, secondo cui il rischio è invece imminente per la Grecia, dove l'unica soluzione sarebbe adesso l'uscita dall'euro. Secondo il professore, inoltre, anche «la situazione della Spagna è spaventosa» e «per molti versi anche peggiore di quella della Grecia».

Sul report di S&P «non bisogna fasciarsi la testa, non bisogna farsi impressionare. Basta vedere quello che hanno fatto le agenzie di rating negli Stati Uniti, quella è una potenza certamente con un debito pubblico molto più alto. Le agenzie di rating - ha spiegato Sapelli - obbediscono chiaramente in generale al costante conflitto di interessi con i loro azionisti, quindi non bisogna assolutamente preoccuparsi di quello che fa S&P». Secondo l'economista, bisogna invece «mantenere i nervi saldi» e in questa direzione «il governo ha fatto bene a fare quella dichiarazione. Altro - ha detto - è il discorso se l'Italia sia un Paese a rischio o no. A rischio per la speculazione internazionale lo si è sempre soprattutto quando siamo esposti con un debito estero così elevato. Dobbiamo rinnovare anno dopo anno una quota sempre più ingente di buoni del Tesoro, una volta c'erano solo quelli adesso c'è un'infinità di altre variazioni».

Secondo Sapelli «il rischio di un'ondata di speculazione internazionale c'è sempre però - ha osservato - noi non corriamo un rischio imminente di default perchè abbiamo ancora questo straordinario osservatorio che sono le ricchezze delle famiglie» che tuttavia «si sta lentamente consumando anche a causa del fatto che i giovani consumano le ricchezze delle famiglie. Pensate a 8 milioni di ragazzi che né studiano né lavorano, come vivono? Basta pensare agli operai in cassa integrazione, come vivono«?

L'Italia, ha quindi chiosato Sapelli, «si trova in questa situazione e sicuramente fra 4-5 anni se non ci facciamo venire in mente qualcosa che è un mix di intervento privato e pubblico, la rinegoziazione del trattato di Maastricht, l'Italia è esposta anche lei. Certo le famiglie sono più ricche e le banche non hanno avuto un impatto forte dalla crisi, ma sono comunque tutte gravemente a rischio».