Lavoro: parte l’Ente bilaterale agricolo nazionale
Si potrà così avere una sede di confronto permanente fra le parti sociali, in grado di valorizzare e rafforzare ulteriormente le relazioni sindacali del settore
ROMA - E’ stato costituito ieri, 18 maggio 2011, tra le Organizzazioni nazionali dei datori di lavoro (Cia-Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura e Coldiretti), e le Organizzazioni nazionali dei lavoratori (Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil) il nuovo Ente bilaterale agricolo nazionale (Eban).
Con la nascita dell’Eban il settore agricolo si propone di armonizzare e semplificare il sistema della bilateralità, attuando, in tal modo, una delle novità più qualificanti del contratto nazionale di lavoro degli operai agricoli e florovivaisti rinnovato nel 2010.
Nello stesso tempo, le parti sociali agricole, con l’Eban, intendono cogliere -afferma la Cia-, le opportunità offerte dalla legislazione sul lavoro che, ormai da qualche tempo e in modo sempre più esteso, assegna alle parti sociali la gestione di funzioni integrative o sostitutive di quelle pubbliche, in materia di mercato del lavoro, sicurezza, sanità, formazione, integrazione al reddito.
Alla luce di questa moderna impostazione del welfare, al nuovo Ente -aggiunge la Cia- vengono, infatti, affidati compiti svolti in precedenza da una pluralità di organismi: l’Osservatorio nazionale, Agriform, la Commissione nazionale paritetica per le Pari opportunità, il Comitato paritetico nazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro e, infine, la funzione di assicurare -attraverso apposito Fondo, denominato Fisa- le prestazioni sanitarie integrative, dell’assistenza fornita dal Servizio sanitario nazionale, agli operai agricoli e florovivaisti, precedentemente erogate dal Fislaf.
Il valore aggiunto dell’Eban -rileva la Cia- consiste nella possibilità di avere una sede di confronto permanente, non più limitata ai soli momenti relativi alle trattative di rinnovo dei contratti e, quindi, in grado di valorizzare e rafforzare ulteriormente le relazioni sindacali del settore.
Se poi tutto ciò potrà essere realizzato, non solo a livello nazionale, ma anche territoriale, la rete della bilateralità -conclude la Cia- potrà dirsi solidamente costruita.
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