La «liberalizzazione» dei vigneti è devastante
La Cia esprime apprezzamento per la decisione della Spagna di unirsi ad altri nove stati europei (compresa l’Italia) che si battono per il mantenimento dei diritti d’impianto
ROMA - Un giudizio positivo per la decisione della Spagna di unirsi ad altri nove stati Ue (compresa l’Italia) che dicono «no» alla liberalizzazione dei vigneti prevista dalla riforma del settore nel 2015 è stato espresso dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori. In questo modo si rafforza il fronte contrario ad un provvedimento che rischia di annullare anni di lavoro, nel nostro Paese, per costruire un sistema vitivinicolo di qualità fondato sulle denominazioni di origine e sul ruolo dei Consorzi di tutela per la loro gestione e valorizzazione.
RISCHIO DESTABILIZZAZIONE - Il mantenimento dei diritti di impianto nel settore vitivinicolo -avverte la Cia- è di grande importanza in quanto, oltre a garantire le aziende, avrebbe un effetto benefico per assicurare un equilibrio al mercato. Altrimenti, ci sarebbe una vera e propria destabilizzazione che porterebbe alla ingovernabilità dell’intero settore. E le conseguenze per i produttori sarebbero devastanti.
Per questa ragione la Cia, nel ribadire la sua netta contrarietà ad un provvedimento di liberalizzazione, sollecita che su questa materia ci sia, in ambito comunitario, un’attenta riflessione e valutazione. Bisogna scongiurare il pericolo di una sovrapproduzione, di un ulteriore calo dei prezzi e di una diminuzione della qualità. Da qui l’invito all’Italia di continuare a mantenere una ferma posizione in difesa dei vitivinicoltori che non possono essere assolutamente travolti da decisioni assurde. Bisogna salvaguardare la nostra storia, le nostre tradizioni e il grande patrimonio vitivinicolo che in questi anni abbiamo faticosamente costruito.