19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Boom dei prezzi alimentari

La CIA d’accordo con Draghi: Più agricoltura nel futuro contro i rincari

Il presidente della Cia Giuseppe Politi: «Il Governatore della Banca d’Italia ha toccato il cuore del problema»

ROMA - «Davanti alla nuova escalation dei prezzi alimentari, rinnoviamo la nostra proposta per un futuro con più agricoltura. Non solo. La riforma della Pac post 2013, oltre a contenere reali sostegni alle imprese agricole, deve prevedere efficaci misure contro le crisi di mercato, in modo da intervenire immediatamente per fronteggiare la volatilità delle quotazioni delle commodity, le cui impennate rischiano, purtroppo, di portare alle lacrime. Siamo, quindi, pienamente d’accordo con quanto sostenuto dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. C’è l’esigenza di una risposta pronta e coordinata da parte della comunità internazionale». Lo ha sostenuto il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi, preoccupato per una situazione che giorno dopo giorno sta divenendo sempre più esplosiva e con conseguenze sia per i paesi poveri che per quelli industrializzati.

«D’altra parte, gli effetti li stiamo registrando in Italia. Il ‘boom’ degli alimentari, accompagnato dai forti rincari dei prodotti petroliferi, sta cambiando le carte in tavola. I consumi delle famiglie italiane -ha rimarcato Politi- continuano a ristagnare, mentre, proprio per gli aumenti dei listini, stanno cambiando i menù. Così come più volte la Cia ha sottolineato- diminuiscono gli acquisti di carne bovina, di pesce, di pane e pasta, di frutta e verdura; crescono, invece, quelli di pollo, di carne suina, di surgelati, di prodotti di quarta gamma, di olio. Un mutamento dettato soprattutto dai prezzi che costringono i nostri connazionali a precise scelte. E non è un caso che si comprano più promozioni e ci si rivolge a punti vendita dove si risparmia, come i discount».
«Il governatore Draghi -ha aggiunto il presidente della Cia- ha toccato un nervo scoperto. Sono preoccupazioni che condividiamo, anche perché da tempo sosteniamo l’esigenza di affrontare il problema alimentare con la dovuta incisività. S’impongono politiche che permettano di aumentare la produttività agricola nei paesi più poveri. Per sconfiggere l’emergenza alimentare e combattere la povertà occorre promuovere investimenti in progetti irrigui ed infrastrutturali, garantire l’accesso dei piccoli agricoltori al mercato dei fattori, a partire dalla terra. Insomma, serve più agricoltura per sfamare il Pianeta».

«La trappola della povertà è, principalmente, un fenomeno rurale, legato ad un’agricoltura di sussistenza bloccata dalla spirale perversa di una popolazione in crescita e una produzione alimentare pro-capite in calo o stagnante. Decenni di prezzi bassi delle materie prime e di abbondanza alimentare -ha rilevato Politi- hanno rallentato gli investimenti, hanno favorito scelte tecnologiche inadeguate alle reali necessità delle agricolture, hanno orientato le risorse a favore dell’industrializzazione e delle aree urbane. Troppo poco si è fatto, non sempre per scelta, ma come conseguenza dei conflitti locali, per avviare e sostenere la modernizzazione delle agricolture. Adesso è venuto il momento di cambiare».
«La forte e incontrollabile volatilità dei prezzi agricoli è, oggi, la questione del sistema agroalimentare. Entrano in gioco -ha rimarcato il presidente della Cia- la speculazione e i mercati finanziari, le politiche energetiche, gli eventi climatici e gli equilibri tra domanda e offerta. La stessa industria alimentare, almeno quella più attenta e lungimirante, si rende conto che non vale più la logica ‘corsara’ di cercare le materie prime in mare aperto e pone maggiore attenzione, peraltro tutta da verificare sul piano dei rapporti contrattuali, di una base nazionale di approvvigionamento sicuro e di qualità».
«Di nuovo le materie prime agricole sono considerate derrate strategiche, non più nello scenario della contrapposizione tra blocchi, ma legate alle prospettive di crescita dei paesi emergenti e alle loro politiche di autosufficienza alimentare. Rivalutare l’agricoltura -ha concluso Politi- non appartiene più ad un semplice senso nostalgico, ma è ormai divenuta risorsa indispensabile per il futuro».