19 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Camera di commercio

La disoccupazione nel lodigiano: l’indicatore Istat dal 5,4% al 5,7%

In parallelo, il tasso di occupazione risulta ridotto dal 66,9% del 2009 al 63,9% del 2010

LODI - Nei giorni scorsi, l’ Istat ha provveduto alla diffusione dei dati risultati da una propria indagine campionaria, del mercato del lavoro nelle province italiane.
Come sempre, l’Ufficio Studi della Camera di commercio di Lodi, nel darne diffusione, ha riguardo di rimarcare alcuni particolari presenti nella metodologia osservata.
Nel caso dell’ente nazionale di statistica è importante tener conto che i dati relativi al mercato del lavoro hanno valore annuale, a differenza di quelli regionali, ripartizionali e nazionali, che hanno invece scadenza trimestrale. Trattandosi di una indagine campionaria ricavata su un campione nazionale, al maggior dettaglio non può quindi che corrispondere – in linea di ipotesi - una minore attendibilità, soprattutto se in corrispondenza di province piccole, qual è appunto la nostra.
Analogamente, i tassi di alcuni indicatori non possono che trovarsi in disaccordo con quelli di altre rilevazioni, costruite su un diverso modello statistico. Per esempio:.: il tasso di disoccupazione Istat, stimato attraverso un’indagine campionaria risulta dal rapporto tra Persone in cerca di lavoro e Forze lavoro (Occupati + Persone in cerca). Il tasso di disoccupazione calcolato dalla Provincia, tiene invece conto degli Iscritti alle liste ordinarie e di mobilità e le suddivide per la popolazione attiva dell’anno precedene).
In conclusione l’invito a una ragionata accortezza o cautela, pare d’obbligo.
Sulla base dell’indagine Istat, alla fine del 2010 il tasso di disoccupazione emerso dal rapporto tra persone in cerca di lavoro e Forze Lavoro (Occupati + Persone in cerca di lavoro) è risultato del 5,7%, in aumento rispetto al 5,4% rilevato alla fine del 2009.
La disaggregazione del dato Istat permette di cogliere in lieve rallentamento l’indicatore femminile, sceso al +7,0%, rispetto al +7,2% del 2009, mentre per gli uomini lo stesso tasso risulta incrementato dal 4,1%, al 4,9%.

In parallelo, il tasso di occupazione - che rapporta quanti hanno un lavoro rispetto alla popolazione in età attiva -, risulta ridotto dal 66,9% del 2009 al 63,9% del 2010, e così anche il tasso di attività - che indica l’occupazione potenziale, ovvero il rapporto tra Forze lavoro (Occupati più Persone in cerca di lavoro) rispetto alla popolazione attiva -, è sceso dal 70,8% al 67,8%.

Considerando l’evoluzione della crisi nel 2010, si tratta di un aggravamento tutto sommato nelle previsioni, ma che nel lodigiano è stato sostenuto anche dall’aumento della popolazione, incrementata in provincia di Lodi di quasi 2 mila unità, interessando in misura pressoché uguale uomini (+0,9%) e donne (+1,0%).
La disaggregazione per fasce d’età mette a sua volta in luce l’incremento della popolazione «dai 15 a 24 anni» (+1,0%) e «dai 55 anni e oltre» (+4,4%), alla quale si accompagna la riduzione (- 6,7%) della fascia d’età centrale che va «da 25 a 54 anni».
Dall’elaborato si desume pertanto che è cresciuto il numero di Persone in cerca di lavoro, 142 unità in più per arrivare all’aggregato di 5.976. Anche in questo caso si nota un comportamento diverso tra i generi: mentre il numero di uomini che cerca lavoro è in aumento (+448 unità uguale in percentuale a +19,3%) il numero riferito alle donne diminuisce (-345 in valore assoluto corrispondenti a -10,5%).
Dal tasso di occupazione si deduce che il numero di persone che nel lodigiano lavora si è ridotto a 98.181 (dai 101.856 del 2009), perdendo il 3,6%. Anche in questo caso si ha per riscontro un peggioramento della situazione delle donne (-8,3% equivalenti a -3. 575 unità) rispetto a quella degli uomini (-1,1% equivalenti a -99 unità).
Con riferimento al mercato del lavoro femminile, l’Ufficio Studi della Camera di Commercio, mette in luce come il verificarsi contemporaneo di una riduzione del tasso di disoccupazione e del tesso di occupazione in un contesto in cui la popolazione è in aumento, ha un effetto di scoraggiamento, che nel caso specifico lodigiano porta le donne ad autoescludersi a priori dal mercato del lavoro. Fenomeno peraltro non nuovo sul territorio, già riscontrato nel 2006 e nel 2008.
Dalla disaggregazione dei settori di attività, infine, si può osservare l’aumento di occupati nel ramo Servizi (+1,6% corrispondenti a 970 unità). Una crescita che non controbilancia tuttavia la perdite del settore dell’industria (-10,5% corrispondenti a 4.042 unità) e dell’agricoltura (-21,9% pari a -601 persone).