Il petrolio spinge inflazione media al 2,4% e energia a +10,1%
Rincari anche su alimentari, a febbraio hanno raggiunto il 3% annuo. La tendenza al rafforzamento coinvolge quasi tutte le maggiori economie avanzate
ROMA - L'inflazione ha segnato un generale rafforzamento nei paesi avanzati, sospinta dai rincari del petrolio e dei beni alimentari: a febbraio sulla media dell'area Ocse la crescita dei prezzi al consumo su base annua ha raggiunto il 2,4 per cento, contro il 2,2 per cento registrato il mese precedente. Lo ha riferito l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con un comunicato. Con il prezzo del barile di oro nero balzato in avanti a riflesso delle tensioni in vari paesi del mondo arabo, la voce energia ha registrato una accelerazione dei rincari al 10,1 per cento, dal più 8,4 per cento di un mese premia.
In rafforzamento anche gli aumenti sugli alimentari, al più 3 per cento annuo a febbraio secondo l'Ocse contro il più 2,6 per cento di gennaio. La cartina di tornasole sul fatto che queste due voci sono le principali responsabili degli aumenti dell'inflazione generale si trova nella stabilità, a livelli moderati, dell'indice depurato da energia e alimentari: a febbraio più 1,3 per cento su base annua. In Italia, riporta ancora l'Ocse, a febbraio l'inflazione ha raggiunto il 2,4 per cento, dal più 2,1 per cento del mese precedente.
La tendenza al rafforzamento coinvolge quasi tutte le maggiori economie avanzate. Negli Usa l'inflazione è salita al 2,1 per cento dal precedente 1,6 per cento, in Gran Bretagna al 4,4 per cento dal 4 per cento, In Germania al 2,1 per cento dal 2 per cento, in Francia è invece scesa all'1,7 per cento dal più 1,8 per cento di gennaio. Sull'insieme dell'area euro l'inflazione è salita al 2,4 per cento dal 2,3 per cento di gennaio, mentre in Giappone, che da anni soffre di deflazione, a febbraio i prezzi hanno segnato una variazione nulla su base annua, conclude l'Ocse.
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