Aiab e Via Campesina: Serve tetto ai pagamenti diretti per garantire equa distribuzione risorse
«Il Consiglio Europeo disattende alle aspettative dei cittadini, ai ripetuti avvertimenti della Corte dei Conti dell'UE»
ROMA - Mantenendo inalterato il sistema dei pagamenti diretti, finanziamenti di cui beneficia una minoranza di aziende molto grandi, il Consiglio Europeo disattende alle aspettative dei cittadini, ai ripetuti avvertimenti della Corte dei Conti dell'UE, indebolisce la PAC e contraddice di fatto gli obiettivi della riforma.
Nelle loro conclusioni sull’incontro dello scorso 17 marzo, i ministri dell'Agricoltura dell'UE si oppongono alla definizione di un tetto massimo dei pagamenti diretti a favore delle aziende agricole più grandi dell'Unione europea, in nome di un mal interpretato principio della «competitività ».
Pur rifiutando la proposta della Commissione Europea di mettere un tetto ai pagamenti diretti, gli Stati membri non stanno elaborando una buona riforma della PAC. Sarà infatti difficile spiegare ai contribuenti che più di tre quarti dei pagamenti continuano ad essere somministrati a meno di un quarto delle aziende agricole. Ricordiamo che, dalla riforma della PAC del 1992, la Corte di Conti europea ha denunciato più volte la mancanza di efficienza dei pagamenti della PAC destinati di fatto a una piccola minoranza di aziende agricole.
Giustificando il suo rifiuto a ridurre e redistribuire i pagamenti diretti con il mantenimento della competitività delle aziende, il Consiglio perde credibilità. La competitività, infatti, non può essere misurata includendo gli aiuti pubblici! Non vi è«competitività» sul mercato internazionale quando i prezzi mondiali sono inferiori ai costi di produzione europea. Sostenere e integrare il reddito degli agricoltori con pagamenti diretti è fondamentale, ma non è questo che rende le nostre aziende competitive sul mercato internazionale.
Mentre ricevono un sostegno pubblico molto maggiore rispetto ai loro vicini, le grandi aziende agricole continueranno ad assorbire le realtà più piccole, contribuendo così a rafforzare il fenomeno dell’abbandono delle zone rurali. Se è con queste politiche che la PAC 2020 intende rispondere alle sfide che arrivano dal territorio, su questo fronte l’UE non potrà che andare incontro a clamorosi fallimenti.
L’AIAB e il Coordinamento Europeo di Via Campesina (ECVC) chiedono agli Stati membri di tenere maggiormente conto delle realtà, anche piccole, che animano e valorizzano le nostre campagne e di riesaminare la loro posizione. Al Parlamento Europeo, invece, AIAB e ECVC chiedono di non seguire la via pericolosa presa dal Consiglio e di votare a favore di una significativa riduzione dei pagamenti diretti, con la previsione di tetti massimi: questa è una condizione essenziale per un uso corretto dei fondi pubblici.
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