19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Alla luce della tragedia giapponese

Bersani rilancia il referendum, sul nucleare Pd più vicino a Idv e Sel

Bocciato il piano del Governo mentre il Terzo polo resta favorevole: «No a scelte su onda emotiva»

ROMA - Pier Luigi Bersani boccia il piano del governo sul nucleare e chiede una pausa per riflettere alla luce della tragedia che si sta verificando in Giappone. Il segretario del Pd oggi ne ha parlato in un'intervista all'Unità nella quale ha anche ricordato la scelta del partito a favore del referendum contro il nucleare. «Già prima di quanto accaduto» in Giappone «noi avevamo ottime ragioni, e le abbiamo ancora, per essere contrari al piano nucleare, che non ha nessuna fattibilità, che è economicamente svantaggioso», quindi in vista del referendum «lavoreremo perchè dalle urne esca una risposta chiara contro questo piano che poggia sulla sabbia ed è totalmente sbagliato».
Una posizione che avvicina in questo caso il Pd ai partiti che sono alla sua sinistra, Idv e Sel, ma lo allontana dal Terzo polo che invece resta favorevole allo sviluppo del nucleare e che sostiene non si debba decidere sull'onda dell'emozione.

Bersani ha fatto formalizzare la posizione del partito sul punto con una nota della segreteria: «Sarebbe da irresponsabili, di fronte a ciò che sta accadendo in uno dei paesi più avanzati, se il governo italiano, unico al mondo, non sentisse il bisogno di fare almeno una pausa di riflessione». E nel partito, al momento, tutte le componenti sembrano attestarsi sulla linea decisa dal segretario, a microfoni spenti alcuni hanno ammesso che la catastrofe giapponese consiglia di lasciar perdere l'investimento sul nucleare. «Oggi non va valutato se convenga o meno investire sul nucleare ma se vada perseguita ancora come soluzione energetica. C'è un'agenzia presieduta da Veronesi - ha osservato il lettiano Francesco Boccia - come primo atto dovrebbe produrre un documento credibile su quali siano i vantaggi».

L'unica voce difforme è quella di Marco Follini, che non a caso, ha usato gli stessi toni del suo ex compagno di partito, Pier Ferdinando Casini: «Non penso che siano problemi che si risolvono con la scimitarra e tanto più dopo quello che è successo in Giappone credo occorra fare una riflessione non troppo segnata dall'emotività». Follini tocca poi un altro tema 'sensibile' tra i Democratici, ossia il sostegno al referendum. «Il referendum radicalizza, e non credo che sia lo strumento più appropriato - ha fatto notare -. Credo che sia meglio che ognuno maturi le proprie ragioni dentro di sé e che si guardi anche a quello che decideranno gli altri Paesi europei».

La scelta di Bersani non cambia la posizione del Terzo Polo, schierato a favore del nucleare. Mentre Di Pietro e Vendola, con manifestazioni di piazza davanti a Montecitorio, sono già pronti a dare inizio alla campagna referendaria.