29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
I radicali puntano il dito contro l’energia atomica

Bonino: il ritorno al nucleare voluto dal governo non ha senso

«Costa troppo e nessuno vuole le centrali». Intanto in Giappone si sono registrate altre due esplosioni a Fukushima. Ma la gabbia di sicurezza del reattore regge. Solo due italiani mancano a

ROMA - «Alle recenti elezioni regionali nessuna delle regioni, anche quelle dove ha vinto il centrodestra, si è detta disponibile ad ospitare centrali. Il problema è che nessuno degli elementi che supporterebbero una seria politica energetica è contemplata», ha detto questa mattina a Radio Radicale, Emma Bonino.

BONINO: 30 MILIARDI PER OTTENERE IL 4% DEI CONSUMI FRA VENTI ANNI - «Investire 30 miliardi di euro pubblici per ottenere il 4% di consumo finale di energia tra vent'anni non ha senso economico, in assenza di qualunque quadro complessivo di bisogno energetico nel nostro Paese. Il nucleare dà solo energia elettrica, che in Italia fra quella già installata e quella programmata supera già ampiamente il fabbisogno del Paese», ha spiegato l’esponente radicale.
«E' bene che nel dramma di quel che succede in Giappone si arrivi ad una discussione più seria anche sulle questioni energetiche - ha aggiunto Emma Bonino - Nel nostro Paese manca un piano energetico, e persino la definizione dei siti per le centrali nucleari.

LA SICUREZZA NON E’ GARANTITA - «Da Radicali abbiamo impostato da tempo la questione in termini meno che ideologici e in particolare riguardo al cosiddetto programma italiano di ritorno al nucleare. Nel convegno che tenemmo nel luglio 2008 abbiamo analizzato la situazione e siamo arrivati alla conclusione che il ritorno al nucleare come prospettato dal governo non ha senso nemmeno dal punto di vista economico, per non parlare dei problemi della sicurezza. Per quanto ci riguarda anche in vista del referendum sul ritorno al nucleare la nostra posizione è chiara», conclude.

IN GIAPPONE SOLO DUE ITALIANI MANCANO ALL’APPELLO - Due nuove esplosioni sono avvenute oggi nel reattore 3 della centrale nucleare di Fukushima 1, ferendo sei persone e alzando notevolmente il livello di allarme e i timori di una tragedia nucleare di proporzioni al momento incalcolabili.

LE NUOVE ESPLOSIONI NON HANNO PROVOCATO DANNI AL REATTORE - Il portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, ha precisato che il reattore non ha riportato danni e ha definito «basso» il rischio di una fuga radioattiva (ma sulla situazione è attesa nel pomeriggio una conferenza stampa dell'Aiea). Nel nordest del paese, intanto, le squadre di soccorso hanno rinvenuto altri 2000 corpi senza vita e persino la portaerei americana Ronald Reagan è stata riposizionata dopo che l'equipaggio è stato esposto alle radiazioni di Fukusima. Per quanto riguarda gli italiani, l'ambasciata a Tokyo ha detto che solo due residenti non sono stati ancora contatti.

REGGE LA GABBIA DI SICUREZZA DELL’IMPIANTO DI FUKUSHIMA - L'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare ha spiegato che le due esplosioni di questa mattina sono state causate dall'idrogeno.
Sabato scorso, un'esplosione simile è avvenuta nel reattore uno della stessa centrale, la più vecchia del Giappone, danneggiata dal sisma e dallo tsunami di venerdì scorso..
Unica nota apparentemente positiva è che la gabbia di sicurezza del reattore tre della centrale nucleare Fukushima 1, dove oggi sono avvenute due esplosioni, sarebbe intatta. Lo ha riferito l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) in un comunicato, anticipando una conferenza stampa alle 17,30 ora italiana del suo direttore generale Yukiya Amano La paura di una catastrofe nucleare dunque e tutt'altro che scongiurata anche se la situazione appare per ora sotto controllo nelle altre due centrali che ieri destavano preoccupazione, cioè quelle di Onagawa e Tokai dove sono di nuovo in funzione gli impianti di raffreddamento.

CCROLLA LA BORA DI TOKIO - A provocare nuove paure sul fronte economico c'è poi il disastro della Borsa di Tokyo che ha riaperto oggi con pesanti ribassi e ha chiuso la seduta a -6,18%, un crollo prevedibile ma che ugualmente intimorisce per il futuro della seconda economia mondiale. La Banca del Giappone ha iniettato 15.000 miliardi di yen nel mercato finanziario (131,6 miliardi di euro); aveva annunciato ieri che sarebbe intervenuta subito e con decisione per far fronte alle conseguenze della catastrofe sui circuiti finanziari.

LA CORSA CONTRO IL TEMPO DEI SOCCORRITORI - E intanto nel nordest del paese continua la corsa contro il tempo dei soccorritori che cercano di salvare ancora qualche vita dal fango dello tsunami che ha travolto la costa e seppellito forse migliaia di persone. I soccorritori hanno trovato circa 2mila corpi nella prefettura di Miyagi. Circa 1.000 corpi erano già stati trovati sulla costa della penisola di Ojika. Altri 1.000 erano stati rinvenuti a Minamisanriku, la cittadina costiera spazzata via dall'onda di maremoto, dove si contano 10mila dispersi su 17mila abitanti.