Donne, impresa e lavoro: Tuscia in chiaroscuro
I dati sull’imprenditoria femminile evidenziano un lieve incremento e tante difficoltà occupazionali
VITERBO - Luci e ombre nel sistema economico viterbese per l’imprenditoria femminile che conferma i dati dello scorso anno, facendo registrare a giugno 2010 un incremento dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2009, grazie alla presenza di 9.889 imprese attive.
L’incidenza femminile sul totale delle imprese è pari al 28,8%, di gran lunga superiore al dato medio regionale (23,6%) e nazionale (23,3%), facendo collocare la Tuscia tra le prime 15 province italiane per tasso di femminilizzazione del sistema produttivo. Al tempo stesso si posiziona tra le ultime 15 province italiane per partecipazione femminile al mercato del lavoro. Dati che lasciano intuire come in molti casi l’avvio di un’attività imprenditoriale è legata all’esigenza di trovare un’occupazione.
PALOMBELLA - «Dobbiamo elevare le possibilità del nostro sistema economico – dichiara Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio – di includere le donne, e aggiungo i giovani, puntando su un modello di sviluppo duraturo e sostenibile che preveda maggiore compatibilità tra vita lavorativa e vita familiare».
I DATI SETTORIALI - Lo sviluppo della componente «rosa» sul tessuto produttivo locale è, comunque, un fenomeno abbastanza recente come testimonia il fatto che oltre l’85% delle imprese guidate da donne al primo semestre 2010 siano state fondate dopo il 1989.
Dal punto di vista settoriale tra le imprese femminili domina l’agricoltura (43%), anche se è dato presumibilmente sovrastimato in quanto non sempre corrispondente alla realtà economica e gestionale delle imprese stesse.
Significativi sono i dati su commercio (26,2%), strutture ricettive (7%) e altre attività di servizi (6,1%), in quanto ricalcano in linea di massima quanto avviene a livello regionale e nazionale, evidenziando come il processo di terziarizzazione che coinvolge nel suo insieme il sistema produttivo provinciale, interessi anche la componente femminile. Emerge, altresì, come le donne stiano gradualmente rafforzando la propria presenza in settori considerati convenzionalmente appannaggio degli uomini.
Sotto il profilo giuridico dominano le ditte individuali con il 77,2% tra tutte le imprese femminili (Italia 66,8), mentre le società di capitale sono al 6,2% (Italia 11,5%), le società di persone al 15,5% (Italia 20%) e le «altre forme» (cooperative e consortili, ecc.) all’1,2% (Italia 1,6%).